Nas, controlli a tappeto in tutte le zone balneari della penisola. Stabilimenti sequestrati, ristoranti chiusi e cibo in cattivo stato di conservazione. Ma va meglio rispetto al 2008

Pubblicato il 15 Agosto 2009 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

Chiusura forzata per cinque stabilimenti balneari, sequestro di 4 tonnellate di cibo in cattivo stato di conservazione e serrata per quasi venti tra bar, ristoranti e pizzerie. É il risultato di una fitta attività di controlli svolta dal Nucleo Anti Sofisticazione su tutte le zone costiere del nostro paese.

Un blitz che ha portato anche alla segnalazione all’autorità giudiziaria di 27 persone e a un sequestro di beni e servizi del valore complessivo di quasi sei milioni di euro.

Nonostante i dati, secondo i Nas, la situazione è comunque in miglioramento rispetto al 2008. Non manca, però, secondo il colonnello Antonio Amoroso, «chi prova a fare il furbo».

Anche se è sempre più difficile: i controlli infatti, sono aumentati del 20% rispetto all’anno scorso e Amoroso fa sapere che si andrà avanti «fino ai primi di settembre».

I Nas chiedono anche l’aiuto della popolazione: «I cittadini devono stare sempre attenti. È buona regola farsi dare sempre la ricevuta fiscale dove, per legge, devono essere riportati la ragione sociale dell’esercizio e la partita Iva. Fare attenzione anche alla qualità della struttura: mancanza di insegne all’esterno, frigoriferi arrugginiti, assenza di acqua potabile sono situazioni che vanno segnalate immediatamente».

Obiettivo, evitare casi come quelli di quest’anno: una rivendita di ombrelloni che occupa una vasta porzione di spiaggia libera o piuttosto, uno stabilimento balneare senza acqua potabile.

Soddisfatto anche il Fipe, Federazione italiana pubblici servizi, che però, invita ad estendere i controlli anche ad altre realtà come le sagre.

Per il direttore generale del Fipe, Edi Sommariva, è necessario che «si facciano controlli preventivi sull’origine delle derrate alimentari, sulla loro modalità di preparazione e conservazione e sul rispetto delle norme igieniche da parte del personale addetto. Diversità di comportamento tra pubblici servizi e sagre non fa bene a nessuno: nè ai consumatori nè al mercato nè alle stesse istituzioni».