Manipolatore, acuto, pungente, e volgare. Correva l’anno 1973 e Richard Nixon dei microfoni nascosti all’interno dello Studio Ovale. Il presidente parlava liberamente con i suoi collaboratori e adesso le registrazioni delle sue conversazioni sono state rese pubbliche dall’ Archivio di Stato Usa.
Oltre 15o ore di file audio e decine di migliaia di pagine di documenti e trascrizione fanno luce su un periodo molto delicato della storia americana: il secondo insediamento di Nixon, l’accordo di cessate il fuoco in Vietnam e il primo processo per lo scandalo Watergate ai sette finti idrauliciche si infiltrarono al quartier generale democratico, i giochi di potere della Casa Bianca.
«Sistemeremo quel figlio di puttana», disse Nixon riferendosi a un ex legale del Washington Post. Il procuratore che si occupava dell’inchiesta corresse i toni del presidente: nel mezzo della bufera Watergate, che portò alle dimissioni di Nixon ricevette le registrazioni rozze e scurrili, ma preferì fornirne una versione depurata.
Se Nixon avesse potuto scegliere, la popolazione americana sarebbe stata solo bianca probabilmente e senza Obama come presidente.
Ai tempi della sentenza Roe vs Wade che legalizzò l’aborto negli Stat Uniti, Nixon non rilasciò alcuna dichiarazione ufficiale, ma in privato esprimeva dubbi e vantaggi sull’interruzione di gravidanza.
«L’aborto porterà troppo permissivismo e dividerà le famiglie», ma in caso di incidenti o stupri poteva avere i suoi lati positivi, come per un’unione interraziale «tra un nero e una bianca».