Ohio, i boia non trovano la vena: rinviata di una settimana l’iniezione letale

Pubblicato il 17 Settembre 2009 - 15:36 OLTRE 6 MESI FA

La madre di Tryna Middleton mostra un quadro della figlia uccisa da Broom nell'84

In un’aula del carcere di Lucasville nell’Ohio i boia hanno dovuto rinunciare a compiere un’iniezione letale dopo che per due ore e mezzo hanno tentato senza successo di infilare gli aghi delle siringhe nelle vene di un condannato.

I tre infermieri hanno ricevuto addirittura un aiuto dal condannato che dopo aver aspettato pazientemente che venisse ucciso ha cominciato a spostare il braccio e serrare il pugno per poi rilasciarlo.

Nonostante ciò i tre hanno sbagliato e per l’ennesima volta l’ago è schizzato fuori dalla vena: a questo punto, il condannato si è portato le mani agli occhi e ha cominciato a piangere. Poco dopo, gli infermieri hanno tentato di infilargli gli aghi nelle gambe:  mentre ci provavano, un funzionario della prigione dava pacche per incoraggiare al condannato, che continuava a piangere.

Romell Broom, il condannato, nel 1984 rapì, stuprò e alla fine uccise una ragazzina di 14 anni, Tryna Middleton: malgrado la crudeltà dell’atto compiuto da Broom, la Costituzione americana vieta il ricorso a punizioni «crudeli e inusitate»: anche il governatore dell’Ohio, Ted Strickland, sollecitato dall’avvocato difensore ha deciso che l’esecuzione andava sospesa, rinviandola di una settimana.

«È tutta colpa dell’abuso di eroina da giovane, che gli ha indurito le vene» si difendono gli infermieri. I giustizieri che operano nell’Ohio sono stati oggetto di critiche e ricorsi già nel 2006 e nel 2007: l’esecuzione di due condannati all’epoca richiese più di un’ora di ricerche di una vena che reggesse l’iniezione dei tre farmaci letali.

Ma gli avvocati sono al lavoro per chiedere la sospensione non solo dell’esecuzione di Romell Broom, ma di tutte le condanne dello Stato.