Le patatine come la marijuana: anche i grassi danno dipendenza

Pubblicato il 4 Gennaio 2012 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I grassi contenuti in patatine e snack hanno per l’uomo lo stesso effetto della marijuana. La scoperta arriva da Daniele Piomelli e Nicholas Di Patrizio, ricercatori dell’università di Irvine, in California, ed è stata pubblicata sulla rivista Pnas. Quando mangiamo un cibo contenente grassi i recettori sulla lingua e nello stomaco risvegliano gli endocannabinoidi, le stesse “molecole del piacere”. “I grassi attivano dei recettori sulla lingua che lanciano un messaggio al cervello, il quale, poi, lo rilancia all’intestino attraverso il nervo vago, causando proprio il rilascio degli endocannabinoidi. Zuccheri e proteine, al contrario, non fanno niente di tutto questo”, ha spiegato Piomelli a la Stampa.

I due ricercatori hanno scoperto che “i cibi grassi risvegliano nello stomaco le “molecole del piacere”, gli endocannabinoidi, le quali aumentano la fame e la voglia di altro cibo-spazzatura”. Piomelli ha poi sottolineato che in questo modo di apre “una pagina di fisiologia della nutrizione inaspettata: oggi si assume che i nutrienti sono tutti uguali, ma si inizia a capire che le sostanze grasse hanno effetti particolari che vanno al di là delle calorie”.

Lo studio è stato condotto sui topi, nutriti con tre differenti regimi aliemntari liquidi: uno proteico, uno glucidico a base di zuccheri ed uno lipidico a base di grassi. Le cavie nutrite con il regima lipidico hanno mostrato la produzione di  l’anandamide e il 2-arachidonil-sn-glicerolo nello stomaco, due endocannabinoidi analoghe alle molecole della marijuana e che regolano il piacere in situazioni specifiche come quelle sessuali.

Bloccando il recettore CB-1 di tali molecole il desiderio irrefrenabile di mangiare grassi svanisce. Non è ancora chiaro però quali siano i recettori sulla lingua che innescano il processo inviando un messaggio al cervello e all’intestino quando i grassi vengono assaporati. Ma i grassi non sono tutti uguali ed ora è partita la caccia al “grasso cattivo”: l’acido oleico, di cui è ricco l’olio di oliva, giunto nell’intestino si trasforma in una sostanza che dà il senso di sazietà, mentre l’acido stearico contenuto in carne e cioccolata fa parte di quegli acidi saturi che scatenano il folle desiderio di fame, che grazie a tale ricerca un giorno sarà forse controllabile.