Pd/ Franceschini presenta il suo programma:”Serve un nuovo riformismo, bisogna fissare una gerarchia di valori alternativi”

Pubblicato il 16 Luglio 2009 - 19:25 OLTRE 6 MESI FA

«Bisogna ricostruire una nuova identità, lanciare un nuovo riformismo». A parlare è Dario Franceschini, attuale segretario del partito democratico e uno dei candidati delle prossime primarie di ottobre.

Il partito che Franceschini disegna è un partito «che trova la sintesi, che sa scegliere e decidere, ma senza rispolverare i modelli di 50 anni fa». Ad ascoltarlo sono circa 500 persone, il palco da cui parla è tutto interamente di plexiglas nell’Acquario romano di piazza Fanti a Roma.

Tra le sue priorità, c’è la necessità di «fissare una gerarchia di valori alternativi» alla destra, una destra che ha solo corretto e riveduto in chiave moderna il motto “Dio, patria e famiglia”. «Berlusconi nel 1994 rappresentava un’illusoria proposta di cambiamento, oggi è solo di protezione e conservazione» continua il leader del Pd, che insiste sulla necessità di ricostruire un’identità forte: «Se voti a destra sai cosa voti e se voti dall’altra parte non lo sai. Servono messaggi comprensibili che caratterizzino il partito e indichino la via lungo la quale costruire un programma di governo».

Per Franceschini, «serve un nuovo welfare che tuteli anche chi oggi non ha tutela». A proposito del tema della laicità che tanto ha fatto discutere nei mesi passati il Partito: «Essere laici nelle società contemporanee significa accettare che nessuna scelta politica sia sottratta alla faticosa strada delle necessarie sintesi».

Un leader a tutto campo, che parla dei vari temi a lui ed al partito che vuole continuare a rappresentare cari: «Da anni la destra esalta l’assenza di regole. Ma buone regole non sono limiti, bensì strumenti di tutela dalla diseguaglianza». Regole, come per esempio una legge sul conflitto di interessi su cui, promette, «non staremo zitti».

Se per l’immigrazione «serve coinciliare fermezza ed integrazione», per le riforme serve collaborare, «impegnarsi per modernizzare lo stato stando all’opposizione». Sul nucleare invece, si deve dire di no: «Sì invece a una radicale riconversione del nostro sistema energetico verso l’efficienza, il risparmio, le fonti rinnovabili».

Ma Dario Franceschini spiega anche che per fare tutto questo, non si dovrà tornare al centro – sinistra col trattino: «Solo ipotizzarlo significa dichiarare fallita l’esperienza del Pd. Uno schema del genere non esiste più nel nostro popolo ma solo in pezzi di classe dirigente».

Sulle note di “Better days” di Bruce Springsteen, Franceschini conclude difendendo le primarie aperte agli elettori oltre che agli iscritti al Pd dicendo di non alzare barriere.