Pd/ Veltroni: “Ritrovare lo spirito del Lingotto, non tornare indietro”. E sostenere Franceschini

Virginia Di Marco*
Pubblicato il 15 Giugno 2009 - 18:14 OLTRE 6 MESI FA

Walter Veltroni ha convocato a Roma per il 2 luglio a Roma un’iniziativa a «due anni dal Lingotto» – e cioè dal discorso con cui Veltroni annunciò la sua candidatura a segretario del neonato Partito democratico. Lo scopo? Rilanciare il progetto Pd, e scongiurare il pericolo di «un ritorno indietro».

Tra quelli che hanno già confermato la presenza, Francesca Barracciu, Tito Boeri, Sergio Chiamparino, Paolo Gentiloni, Pietro Ichino, Andrea Martella, David Sassoli, Aldo Schiavone, l’enfant prodige Debora Serracchiani e Luigi Zanda.

Ma quella lanciata dall’ex leader dei democratici non vuole essere un’iniziativa di corrente. Lo specifica via Facebook lo stesso Veltroni: «Lo dico a scanso di equivoci e in nome di una assoluta ripugnanza per le vecchie e deleterie logiche correntizie, sarà quanto di più lontano dell’ennesimo incontro di una componente che si vede per pesare nella vita interna di un partito. Chi si aspetta questo può anche non venire».

Al contrario, il 2 luglio sarà un momento di incontro per fare il punto sul partito all’avvio della stagione congressuale.

«Ora è qualcosa che non riguarda più solamente noi. Riguarda il Paese. L’Italia ha bisogno di un partito riformista che sia il baricentro di un governo che la cambi radicalmente. Un partito capace di parlare un linguaggio nuovo per contenuti e ispirazione, capace di evocare, in un’Italia paralizzata dalla paura, il senso di una speranza collettiva».

A sostegno di questa posizione, Veltroni sottolinea il suo comportamento «nei mesi passati: ho evitato ogni polemica, ogni recriminazione, ogni atteggiamento di distanza, ogni intervista malevola. E ho voluto assicurare a Dario Franceschini, al suo sforzo intelligente, un sostegno leale e sincero».

«Abbiamo bisogno di un partito in cui avanzi una nuova generazione di dirigenti – aggiunge – che senta con orgoglio l’identità che era racchiusa nelle centinaia di migliaia di bandiere del Circo Massimo. Un partito senza ex di nulla, senza correnti e personalismi, senza vecchie e paralizzanti logiche figlie di un tempo superato. Semplicemente e per sempre superato».

Nel frattempo, sempre in casa Pd, il leader “pro tempore” Dario Franceschini – a Orvieto per sostenere la candidata sindaco di centro-sinistra Loriana Stella – ha detto che farà sapere dopo il ballottaggio se si candiderà o meno alla guida dei democratici.

«Ho invitato tutti a concentrarsi sui ballottaggi, un appuntamento importante. Poi comincerà il percorso congressuale e lì non avrò reticenze a dire cosa voglio fare».

*(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)