Perugia, in aula il coltello che per l’accusa ha ucciso Meredith

Pubblicato il 20 Settembre 2009 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA
MI200909EST_0002

Il coltello che avrebbe ucciso Meredith

Mostrato in aula il coltello che, per l’accusa, ha inferto i colpi mortali a Meredith Kercher. Nell’aula della Corte D’Assise di Perugia proseguono le udienze del processo che indaga sulla morte della giovane studentessa inglese, avvenuta nel 2007.

Nelle udienze fissate la prossima settimana, se il calendario verrà rispettato, terminerà l’esame dei testimoni indicati dalle difese dei due imputati (che si proclamano estranei al delitto). Il collegio presieduto da Giancarlo Massei esaminerà quindi il 2 e il 3 ottobre le richieste di integrazione probatoria che potrebbero essere avanzate dalle parti.

Appare scontato che diverse istanze arrivino dalle difese di Sollecito e della Knox, sempre più intenzionate a chiedere una superperizia sulle tracce di Dna rilevate nelle indagini condotte dalla polizia. Dalla decisione della Corte dipenderanno i tempi per giungere alla fine del processo e quindi alla sentenza.

La lunga udienza di oggi è stata intanto caratterizzata dalla deposizione dei tre periti che hanno svolto nel corso delle indagini, con la formula dell’incidente probatorio per conto del gip, una perizia sulle cause della morte della studentessa inglese.

In aula i medici legali Anna Aprile, Mariano Cingolani e Giancarlo Umani Ronchi hanno confermato le loro conclusioni. Gli esperti hanno tra l’altro ribadito il giudizio di ”non incompatibilita”’ tra la ferita più grande riscontrata sul collo della vittima e il coltello da cucina sequestro in casa di Sollecito (con tracce di Dna della Kercher sulla punta e della Knox vicino al manico).

Per la lesione più piccola, il professor Cingolani ha parlato di ”non assoluta incompatibilita”’. Nella relazione consegnata al gip, i periti avevano comunque spiegato che larghezza e profondità di una ferita da punta e taglio dipendono da vari fattori, tra cui la forza impressa dall’aggressore e i movimenti della vittima.

A loro avviso mancano quindi ”elementi significativi” per dire se siano stati utilizzati uno o più coltelli. Quello sequestrato dalla squadra mobile di Perugia è stato mostrato oggi in aula durante la deposizione del professor Cingolani che per esaminarlo ha indossato guanti e mascherina.

La professoressa Aprile ha invece ribadito che la Kercher ebbe una ”attività sessuale” poco prima di morire, spiegando di non poter dire in base ai soli dati biologici se fosse stata consenziente o meno. A suo avviso, tuttavia, il quadro generale suggerisce che ”Meredith venne uccisa in un contesto di violenza”.