Poco Napoli, molto Genoa … tanto Tagliavento!

Pubblicato il 14 Settembre 2009 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA

Il Commeno di Genoa – Napoli.
Gemellaggio a parte, Genova non porta per niente bene al Napoli che esce sconfitto e parzialmente umiliato da Marassi con un secco 4 a 1 che la banda di Gasperini infligge ai partenopei dopo essersi trovata addirittura sotto di un gol fino a quasi lo scadere del primo tempo. Il direttore di gara Tagliavento c’ha decisamente messo del suo nel far girare la partita a favore dei grifoni perché in occasione del pareggio ha ravvisato un inesistente fallo di Campagnaro su Sculli accordando il penalty e la conseguente espulsione del difensore azzurro. C’è da dire che fin lì Tagliavento si era distinto per puntigliosità avendo già espulso, tra lo stupore generale, Criscito e marcando col giallo tutta la linea difensiva azzurra. A quanto pare a nulla servono i continui appelli degli addetti ai lavori, quanto più dei designatori di turno, che invitano la classe arbitrale a minor protagonismo in campo, perché il risultato nel terreno di gioco dovrebbe deciderlo il gesto tecnico e non un fischietto. Peccato due volte, perché stasera a farne le spese è stato il Napoli. Ciò non basta però a giustificare la prestazione negativa del secondo tempo degli azzurri, ovvero la parte di gara giocata ad uomini pari, laddove ci ha messo del suo anche Donadoni che ha destato perplessità nel lasciare fuori Lavezzi e Gargano che niente hanno potuto quando il tecnico bergamasco li ha spediti in campo a risultato già compromesso. Ma andiamo per gradi: Aronica, Pià e Pazienza sono le scelte operate da Donadoni preferendoli a Zuniga, Datolo, Gargano e Lavezzi: i primi due finiscono addirittura per non essere neanche convocati, e guarda caso proprio sulla fascia sinistra è totalmente mancata propulsione, mentre per il Pocho e Gargano c’è la panchina. Non so che partita s’è immaginato Donadoni, ma Quagliarella è uno che ha bisogno di duettare e Pià non è sembrato affatto la spalla ideale per il bomber di Castellammare. Poi il dinamismo di Gargano a centrocampo meglio avrebbe sposato la regia di Cigarini che, con un Pazienza semi-immobile a fargli da spalla, è finito per essere inghiottito dalla mediocrità generale del centrocampo dove neanche Maggio è mai riuscito a trovare gli spunti giusti. Gasperini, dall’altro versante, è stato più concreto nonostante l’utilizzo di sette uomini nuovi, freschi di mercato, riuscendo a trovare il giusto amalgama in breve tempo ed a far esprimere ai suoi un calcio a tratti spumeggiante, puntando tatticamente sulle posizioni di Mesto e Sculli che sulle fasce si sono dimostrati alla fine uomini chiave, influendo con determinazione sull’andamento del match.
La partita era iniziata di gran carriera per il Napoli che al 17° proprio con Pià ha sprecato una ghiotta occasione facendosi respingere da Amelia un tiro troppo centrale scoccato in area da posizione alquanto favorevole, poi proprio il brasiliano perdendo palla a centrocampo favoriva Sculli che involatosi verso l’area azzurra s’è trovato murato il tiro solo per una tempestiva chiusura di Cannavaro. Poi Hamsik fa le prove del gol verso la mezz’ora con una fucilata dai venti metri che finisce di poco fuori mentre l’arbitro Tagliavento coglie l’occasione per mandare anzitempo negli spogliatoi Criscito senza una palese giustificazione, forse per una delle consuete frasi “irriguardose” tollerate ormai da tutti, arbitri e pubblico. Così si arriva al 41° quando Quagliarella trova il corridoio giusto per lanciare in area Hamsik che supera Amelia in uscita e da posizione defilata insacca la rete del momentaneo vantaggio. L’illusione della vittoria dura pochi minuti, durante il recupero del primo tempo, infatti, Amelia lancia lungo, De Sanctis ha una indecisione ad uscire e Campagnaro, preoccupato, cerca di chiudere il varco nel corridoio dove s’era lanciato Sculli, l’arbitro vede un fallo sul rossoblu che in realtà non esiste ed espelle il difensore azzurro dopo aver assegnato il calcio di rigore, poi realizzato da Floccari.
Nella ripresa il Napoli si scioglie definitivamente al 10° quando Mesto riceve sulla trequarti direttamente da Amelia e da sinistra si accentra facendo partire un fendente che sorprende De Sanctis Il 2 a 1 piega definitivamente le velleità azzurre e niente il Napoli riesce più a confezionare dalle parti di Amelia se non un tiro su punizione che l’estremo genoano respinge a Quagliarella. Troppo poco per impensierire i padroni di casa che arrotondano il punteggio prima in contropiede con Crespo e poi nel finale ancora su rigore, stavolta di Kharja, per fallo da ultimo uomo su Palacio di Aronica, che prende anch’egli il rosso. Cala così il sipario sulla festa che i tifosi azzurri si sono regalati insieme ai rossoblu, questi ultimi sicuramente con miglior sorte ed il Napoli di Donadoni torna a casa cercando di capire le ragioni di un’involuzione così repentina, dalla prima alla terza giornata il viaggio è breve, ma il vuoto tecnico appare grande quanto la distanza marittima da Palermo a Genova.

Antonello Greco – Redazione NapoliSoccer.NET

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