Prima della Scala, ovazioni a Mattarella, Giorgia Meloni in blu Armani, applausi al cast e al direttore Chailly

Prima della Scala, ovazioni a Mattarella, Giorgia Meloni in nero Armani, la protesta di cinque ambientalisti, applausi al cast e al direttore Chailly.

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 7 Dicembre 2022 - 20:37 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente della repubblica Sergio Mattarella (applauditissimo) è intervenuto alla Prima della Scala di Milano, evento musicale di portata mondiale. Con lui e la figlia Laura c’erano nel palco reale, Ursula von der Leyen , presidente della Commissione europea ed una elegante Giorgia Meloni un nero Armani.Nel palco anche il sindaco Sala, Liliana Segre e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Mattarella ha sgombrato il campo da talune polemiche (“perché un’opera di Putin inaugura la Scala”) dicendo:”La cultura russa non va cancellata “. E la Meloni:”le polemiche sull’opera russa non hanno senso “. Idem il ministro Sangiuliano:”L’arte va sempre distinta dalla politica “ LA PROTESTA DEGLI AMBIENTALISTI Come da tradizione, anche quest’anno non sono mancati i contestatori. Qualche ora prima della inaugurazione cinque ambientalisti hanno imbrattato con vernice colorata l’ingresso del Teatro. Si è trattato di una manifestazione di attivisti del gruppo “Ultima generazione”. I manifestanti sono stati bloccati e portati in questura lasciando in piazza un cartello “No gas, No carbone”. OPERA DI GRANDE FORZA ESPRESSIVA Ispirato al dramma dello scrittore russo Puskin (1799-1837) - un letterato di grande cultura europea - Boris Goudunov di Musorgskij, è un’opera di grande forza espressiva. Il direttore Riccardo Chaillly l’ha scelta proprio per questo. Considerata un classico, e non soltanto una vera e pietra miliare della musica russa, il Boris ha influenzato buona parte del Novecento. Il direttore ha scelto, tra le la varie versioni, la prima, la più travolgente. Chailly, alla sua nona inaugurazione, ha definito l’opera (ritmicamente complessa) un traguardo della musica russa. L’orchestra ha dato energia alla vocalità del protagonista, Ildar Abdrazakov, basso russo, 46 anni, confermatosi “maturo per portare in scena lo zar vissuto in una epoca tormentata” come lui stesso ha detto poco prima di andare in scena. Ovazioni per lui già all’anteprima. Va ricordato che Abdrazakov è alla sua sesta Prima alla Scala. È stato la colonna di questo Sant’Ambrogio. Splendida l’introduzione orchestrale miscela di lamento e impeto. Il 70% del cast era russo; molto presente nell’opera il coro, la voce del popolo. Entusiasta della partitura il direttore perché “è di una freschezza, abrasività, coraggio e provocazione armonica che continua a sbalordire”. La prima parte è terminata alle 19.20.

Il presidente della repubblica Sergio Mattarella (applauditissimo) è intervenuto alla Prima della Scala di Milano, evento musicale di portata mondiale. Con lui e la figlia Laura c’erano nel palco reale, Ursula von der Leyen , presidente della Commissione europea ed una elegante Giorgia Meloni un nero Armani.Nel palco anche il sindaco Sala, Liliana Segre e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Mattarella ha sgombrato il campo da talune polemiche (“perché un’opera di Putin inaugura la Scala”) dicendo:”La cultura russa non va cancellata “. E la Meloni:”le polemiche sull’opera russa non hanno senso “. Idem il ministro Sangiuliano:”L’arte va sempre distinta dalla politica “ LA PROTESTA DEGLI AMBIENTALISTI Come da tradizione, anche quest’anno non sono mancati i contestatori. Qualche ora prima della inaugurazione cinque ambientalisti hanno imbrattato con vernice colorata l’ingresso del Teatro. Si è trattato di una manifestazione di attivisti del gruppo “Ultima generazione”. I manifestanti sono stati bloccati e portati in questura lasciando in piazza un cartello “No gas, No carbone”. OPERA DI GRANDE FORZA ESPRESSIVA Ispirato al dramma dello scrittore russo Puskin (1799-1837) – un letterato di grande cultura europea – Boris Goudunov di Musorgskij, è un’opera di grande forza espressiva. Il direttore Riccardo Chaillly l’ha scelta proprio per questo. Considerata un classico, e non soltanto una vera e pietra miliare della musica russa, il Boris ha influenzato buona parte del Novecento. Il direttore ha scelto, tra le la varie versioni, la prima, la più travolgente. Chailly, alla sua nona inaugurazione, ha definito l’opera (ritmicamente complessa) un traguardo della musica russa. L’orchestra ha dato energia alla vocalità del protagonista, Ildar Abdrazakov, basso russo, 46 anni, confermatosi “maturo per portare in scena lo zar vissuto in una epoca tormentata” come lui stesso ha detto poco prima di andare in scena. Ovazioni per lui già all’anteprima. Va ricordato che Abdrazakov è alla sua sesta Prima alla Scala. È stato la colonna di questo Sant’Ambrogio. Splendida l’introduzione orchestrale miscela di lamento e impeto. Il 70% del cast era russo; molto presente nell’opera il coro, la voce del popolo. Entusiasta della partitura il direttore perché “è di una freschezza, abrasività, coraggio e provocazione armonica che continua a sbalordire”. La prima parte è terminata alle 19.20.

Prima della Scala, ovazioni a Mattarella, Giorgia Meloni in nero Armani, applausi al cast e al direttore Chailly.

Il presidente della repubblica Sergio Mattarella (applauditissimo) è intervenuto alla Prima della Scala di Milano, evento musicale di portata mondiale. Con lui e la figlia Laura c’erano nel palco reale, Ursula von der Leyen , presidente della Commissione europea ed una elegante Giorgia Meloni in blu Armani.Nel palco anche il sindaco Sala, Liliana Segre  e il presidente del Senato Ignazio La Russa. 

Mattarella ha sgombrato il campo da talune polemiche (“perché un’opera di Putin inaugura la Scala”) dicendo:”La cultura russa non va cancellata “. E la Meloni:”Le polemiche sull’opera russa non hanno senso“. Idem il ministro Sangiuliano: ”L’arte va sempre distinta dalla politica “

LA PROTESTA DEGLI AMBIENTALISTI

Come da tradizione, anche quest’anno non sono mancati i contestatori. Qualche ora prima della inaugurazione cinque ambientalisti hanno imbrattato con vernice colorata l’ingresso del Teatro. Si è trattato di una manifestazione di attivisti del gruppo “Ultima generazione”. I manifestanti sono stati bloccati e portati in  questura lasciando in piazza un cartello “No gas, No carbone”.

OPERA DI GRANDE FORZA ESPRESSIVA

Ispirato al dramma dello scrittore russo Puskin (1799-1837) – un letterato di grande cultura europea – Boris Goudunov di Musorgskij, è un’opera di grande forza espressiva. Il direttore Riccardo Chaillly l’ha scelta proprio per questo. Considerata un classico, e non soltanto una vera e pietra miliare della musica russa, il Boris ha influenzato buona parte del Novecento. Il direttore ha scelto, tra le  la varie versioni, la prima, la più travolgente.

Chailly, alla sua nona inaugurazione, ha definito l’opera (ritmicamente complessa) un traguardo della musica russa. L’orchestra ha dato energia alla vocalità del protagonista, Ildar Abdrazakov, basso russo, 46 anni, confermatosi “maturo per portare in scena lo zar vissuto in una epoca tormentata” come  lui stesso ha detto poco prima di andare in scena. Ovazioni per lui già all’anteprima.

Va ricordato che Abdrazakov è alla sua sesta Prima alla Scala. È stato la colonna di questo  Sant’Ambrogio. Splendida l’introduzione orchestrale miscela di lamento e impeto. Il 70% del cast era russo; molto presente nell’opera il coro, la voce del popolo. Entusiasta della partitura il direttore perché “è di una freschezza, abrasività, coraggio e provocazione armonica che continua a sbalordire”. La prima parte è terminata alle 19.20.