Querelare un quotidiano è un affare da mezzo miliardo all’anno. E i magistrati vincono sempre

Pubblicato il 4 Settembre 2009 - 17:43| Aggiornato il 5 Settembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Le querele nei confronti dei giornali sono un vero e proprio business che ha fatto, solo tra il 2003 e il 2006, due miliardi di euro, circa mezzo miliardo all’anno. Il conto, in risposta alle critiche piovute sul premier Berlusconi, l’ha fatta “Il Giornale” e i dati sono stati forniti dall’Ordine dei giornalisti.

Se fino al 2003, spiega il giornale, le cause raggiungevano cifre spropositate che i giudici tendevano quasi sempre a confermare, negli ultimi anni le cifre sono diventate più ragionevoli. La categoria prima ad aver querelato i giornali sono i privati cittadini col 48%, seguiti dai politici e dalle toghe: famosa è la storia per cui il giudice veneto Felice Casson, oggi parlamentare del Pd, comprò due Mercedes querelando Montanelli. Anche Di Pietro, quando era giudice, querelò diverse volte la carta stampata. I magistrati raramente poerdono una causa e i loro risarcimenti valgono il doppio di quelli riconsciuti a tutti gli altri.

Secondo il giornale della famiglia Berlusconi, la cifra chiesta dal Cavaliere all’ “Unità” è molto inferiore a quelle richiesta da diversi cittadini nei confronti del giornale fondato da Antonio Gramsci,  richieste che arrivano ad essere anche tre volte superiori di quanto richiesto in questa occasione. Insomma le cause rendono e sono grandi come un bilancio di un’azienda e il dato, a detta de “Il Giornale”, riguarda sia i giornali di destra, sia i giornali di sinistra.