Rai & nomine: Berlusconi “scippa” le notizie e fa apparire come proprie le decisioni del d.g. Mauro Masi

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 6 Agosto 2009 - 20:14| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Conosco da anni Mauro Masi, attuale direttore generale della Rai, specialmente nel periodo in cui è stato a capo del servizio dell’editoria presso la Presidenza del Consiglio e non ho mai avuto esitazione nel riconoscere che in quel ruolo si è sempre comportato con grande equilibrio.

Forse, molto forse, avrebbe voluto provarci anche alla Rai, ma lì purtroppo un manipolo di cattivi consiglieri gli tende ogni giorno micidiali trappole.

Prendete ad esempio la vicenda delle nomine. Probabilmente Masi avrebbe voluto stupire tutti con effetti speciali e scegliere la nazionale della comunicazione per guidare il cavallo di viale Mazzini.

Magari pensava già da solo a Minzolini, a Liofredi, a Orfeo e compagnia…

Sul più bello la festa gli è stata rovinta da quel ragazzone attempato di Silvio (Berlusconi) che ha pensato bene di convocare a Palazzo Grazioli, momentaneamente tenuto libero da altre e più esuberanti attività, una riunione di maggioranza sui futuri assetti della Rai. Qualcuno di noi provò a manifestare qualche timida critica dal momento che il proprietario dello stabile era anche il proprietario della concorrenza, ma la cosa apparve normale anche alle autorità di controllo, perché come ci dissero «manca la prova provata che abbiano parlato di nomine…»

Peccato che ne parlassero tutte le agenzie e che persino i giornali di famiglia, il giorno dopo, riportassero tutto l’organigramma completo.

Sarà una casualità, ma i nomi di palazzo Grazioli stanno trovando la prevista collocazione nelle testate e nelle reti. Il povero Masi che forse aveva già deciso tutto da solo è stato così derubricato al ruolo di modesto notaio delle decisioni altrui.

Allo stesso modo è assai probabile che il direttore Masi avesse già deciso di rompere con Sky e di tutelare il servizio pubblico dall’orco australiano. Peccato, tuttavia, che la coraggiosa scelta sia arrivata dopo la rottura tra i vecchi amiconi Silvio e Rupert (memorabili gli incontri a villa Certosa), dopo l’anatema scagliato da Berlusconi contro il complotto straniero, dopo che il vice ministro Paolo Romani aveva invocato la rottura con Sky e suggerito, per cosi dire, l’alleanza con il gruppo di famiglia.,

Insomma, se fossi Masi mi prenderei una bella batteria di avvocati e chiederei i danni a questi finti amici che non mi lasciano lavorare e che mi precedono sempre nell’annunciare scelte e intenzioni che forse avrei anche maturato da solo.

O no?