Regolamenti parlamentari/ Dopo le parole di Fini, si riparla di cambiarli: priorità alle proposte del governo e tempi più veloci per votare le leggi

Pubblicato il 4 Agosto 2009 - 10:54 OLTRE 6 MESI FA

montecitorioLa raccomandazione di Gianfranco Fini è stata chiara: per evitare ancora una volta l’esautoramento completo del Parlamento bisogna mettere in agenda la riforma dei regolamenti parlamentari. Dietro la scelta del governo di usare in modo massiccio l’espediente della fiducia sui maxiemendamenti per blindare i suoi provvedimenti, c’è anche la questione irrisolta delle regole che governano l’attività di Camera e Senato.

Sono già depositate le proposte di legge sia della maggioranza che dell’opposizione; attendono solo di essere prese in esame. Stavolta, anche grazie alla spinta delle parole del Capo dello Stato, potrebbero davvero essere votate alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre. Tutti sembrano essere d’accordo sull’urgenza della riforma dei regolamenti, tranne la diffidenza dell’Italia dei valori sulle parole del presidente della Camera, accusato di aver comunque favorito il comportamento “sconsiderato” del governo Berlusconi.

In attesa di conoscere quale sarà la versione definitiva del disegno di legge, si potrà partire da alcuni punti su cui Pdl e Pd concordano, seppure in forme differenti. Primo problema è la priorità per i testi normativi presentati dal governo. Il Pdl chiede che due terzi degli argomenti trattati in aula siano quelli indicati dall’esecutivo, il Pd punta su una corsia “preferenziale” per i temi giudicati più urgenti dal Consiglio dei ministri.

Altro cambiamento potrebbe essere il maggior peso da dare alle commissioni in sede redigente, lasciando all’assemblea la possibilità di votare solo sugli articoli di legge, accelerando in questo modo l’iter legislativo. Anche per il ruolo dell’opposizione dovrebbero esserci delle modifiche: il Pdl vorrebbe che il suo leader partecipi alle riunioni del Cdm, il Pd chiede che si fissino in calendario dei giorni in cui discutere le proposte avanzate dalla minoranza.

Altri due punti rimangono in sospeso: l’introduzione di una norma “antiframmentazione” che impedisca la formazione di gruppi parlamentari diversi dalle liste presenti alle elezioni politiche e la velocizzazione dei tempi di approvazione delle leggi. Anche se per questo non si conosce ancora il modo in cui le coalizioni vogliono mettere in pratica i loro propositi.