Roma, Fioranelli, Rosella Sensi, Unicredit e Mediobanca: quale futuro? I tifosi sognano il calciomercato pronti al salto (nel buio?), i giornalisti rischiano tutto

di Flavio Grasselli
Pubblicato il 24 Giugno 2009 - 02:36 OLTRE 6 MESI FA

Il futuro della Roma è sempre più incerto e i tifosi giallorossi non sanno più cosa pensare di fronte ad una situazione giunta ormai al paradossale.

Erano arrivati i russi e se ne sono andati. Soros aveva detto un distratto “sì” alla Capitale, salvo poi ripensarci di fronte all’impegno poco redditizio rispetto alla fatica. Stavolta sembrava fatta: la Roma da Rosella Sensi alla cordata di Vinicio Fioranelli; lo avevano detto e scritto tutti i maggiori organi d’informazione, sportivi e non: Mediobanca aveva accettato l’offerta e dato l’ok, dopo aver verificato la situazione finanziaria del compratore.

Il riassunto delle puntate precedenti in poche righe: dal sì al no in poche ore. Lunedì doveva essere “il giorno” del cambio di proprietà, come scritto da tutti i giornali lungo il week-end, ma la Roma aveva fatto intendere, tramite il comunicato di sabato, che i tempi sarebbero stati più lunghi. La stampa aveva dato comunque per certa la notizia: la cessione è cosa fatta, l’annuncio è solo rinviato: a giovedì. Dettagli.

 

Poi, all’improvviso, i dubbi e le incertezze; i dettagli sono diventati “intoppi”: qualcosa non va. Non è arrivata l’ultima garanzia richiesta da Mediobanca. Quale garanzia? Ma come, non c’era stato l’ok? Che succede? Succede che, senza sapere perchè, si è abbattuta sull’operazione una totale negatività. In poche ore.

Le ultime voci, altra riflessione. Si è parlato di una garanzia insufficiente a garantire a Fioranelli il prestito dei soldi per l’operazione, da parte di Mediobanca. Altra domanda; Fioranelli aveva detto che la sua cordata aveva a disposizione i fondi necessari per comprare “cinque Roma”: perchè chiedere un prestito (con interessi) e non concludere subito?

I tifosi, il salto nel buio. Molti supporters giallorossi volevano, e vogliono, il salto nel buio, perchè di questo si tratta dal momento che chi mette i soldi non ha nè un volto, nè una dichiarazione alle spalle (ma la legislazione svizzera lo consente). “Fioranelli”, secondo un’indagine, è la parola più pronunciata dai romani. I tifosi della Roma, divisi in “quelli che stanno con la Sensi” e “quelli che vogliono che la Sensi vada via” sono uniti, attualmente, solo dal fastidio, diventato quasi intolleranza, per silenzio della società che, ormai da mesi, non parla più se non tramite freddi comunicati, paraltro firmati “Italpetroli” (la holding di proprietà della famiglia Sensi che controlla la As Roma). Non ne possono più di non sapere cosa succederà perchè la curiosità è il motore del mondo, soprattutto per le persone che vivono al massimo i sentimenti, come i romanisti e, più in generale, gli italiani.

I “media” non mediano (manca la fonte), rischiano moltissimo e non sempre sono ripagati. Siete pronti ai tabloid? I tifosi comprano i giornali perchè la passione li spinge a farlo; vogliono sapere “Cosa succede alla mia squadra?”. I giornalisti dovrebbero raccogliere le informazioni e “passarle” ai tifosi che comprano il giornale. A Roma è diventata una “mission impossible” ed il caso “Fioranelli” ne è l’esempio più chiaro. I giornalisti non sono astrologi, nè cartomanti. I migliori sono grandi investigatori, con un ottimo fiuto. Ma non hanno la palla di vetro. Sono innanzitutto “media”. Dovrebbero, e ci ripetiamo, prendere le informazioni e scriverle a beneficio degli appassionati. Di giornalisti ce ne sono di più e meno bravi (ed a volte questo è un parere puramente soggettivo), ma in questa circostanza sono andati tutti allo sbando. Tutti. Qualsiasi cosa succeda si è scritto tutto ed il contrario di tutto. Se la Roma non dovesse essere ceduta a Fioranelli poi, questo passerebbe alla storia come uno dei più grandi “buchi” della stampa sportiva italiana (basta dare un’occhiata ai link sottostanti)! Non c’è testata che non abbia lasciato intendere, o scritto chiaramente, che fosse fatta. Non possono, perdonate il termine, essersi “rincitrulliti” tutti; ed infatti non lo sono! Siamo solamente arrivati all’apogeo della disinformazione, ma non per colpa dei giornalisti. Il problema, in questo caso, è che è venuta a mancare la fonte più credibile: la società.

La Roma sta gestendo la comunicazione come il Milan gestì il caso-Kakà, e cioè in modo pessimo. Non capisce che la gente ha sete di calcio. A Roma le radio sono seguitissime e basterebbe davvero poco per creare il clima giusto per riportare l’antica passione. Passione che i giornalisti hanno dimostrato di avere, cercando in tutti i modi di svolgere al meglio il proprio lavoro e soddisfare i lettori, sopperendo anche alla totale assenza di fonti credibili. Dalla Roma freddezza. Totale. Per i romanisti è insopportabile: più del mancato arrivo di un Cristiano Ronaldo. Il comportamento della vicenda “Fioranelli”, da parte dei giornalisti, è stato simile a quello dei colleghi dei tabloid inglesi: avere una fonte segreta ed interna all’affair in questione (in questo caso le fonti comuni venivano dagli ambienti bancari). Abbiamo una fonte, abbiamo la notizia: invece, come spesso accade ai tabloid d’Oltremanica, dietro alla maschera della notizia si cela “la bufala”. Alla stampa non sembrava vero di “avere una fonte”, da quanto tempo non succedeva! Quella fonte però, per il momento, sembra portare nella direzione opposta alla notizia data, ma sembra anche spingere chi scrive a cercare fonti alternative e, in mancanza d’altro, a fidarsi. Per forza. Perchè il giornalista lavora con passione, e tra un niente ed un forse è quasi sempre meglio il forse. Soprattutto se scritto in buona fede.