Roma, Spalletti si confessa: “Dimissioni inevitabili, ricordi fantastici. Ranieri farà bene. Totti? Parlano i numeri”

Pubblicato il 1 Settembre 2009 - 20:54 OLTRE 6 MESI FA

spalletti1Luciano Spalletti si è raccontato al termine della giornata “più lungaq della sua carriera. Ha parlato ai microfoni di Sky Sport; ecco il testo integrale dell’intervista.

È stata una lunga giornata, perché si è arrivati a queste dimissioni?
«Sono state una mia iniziativa perché ritengo che sia la cosa più giusta in questo momento, proprio per il rapporto che ho avuto in questi 4 anni e un pezzetto, sia con la squadra ma soprattutto con la città, perché è stato un rapporto bellissimo e molto intenso».

Com’è stato il rapporto con la squadra, con Totti, fino all’ultimo?
«Penso che qui basta guardare poi quelli che sono i numeri, sia di collettivo che di individuale, cioè la squadra ha fatto dei risultati importanti in questi 4 anni, ha mandato un messaggio importante al calcio europeo, al calcio mondiale. Totti ha fatto grandissimi numeri sotto l’aspetto dei gol, sotto l’aspetto delle giocate importanti e se non c’è poi grande coesione, se non c’è poi grande intesa, sia singolarmente sia a livello di collettivo, con lo staff, oltre che con me, con i dirigenti, se non c’è questo rapporto oltre che professionale anche umano, riuscire a fare questi numeri che poi ci porteremo dietro, perché rimarranno nella storia della Roma, penso sia difficile, per cui tutto il resto sono discorsi tanto per perdere tempo».

Quando è arrivata per la prima volta l’idea di dire basta e di dimettersi?
«È chiaro che poi questi due risultati hanno fatto un po’ la differenza, però delle cose con la società le ho volute mettere a posto già all’inizio di questa stagione, ho parlato con la dottoressa Sensi, probabilmente non è bastato e bisogna fare qualcosa di più. Io per fare qualche cosa di più bisognava che mi assumessi delle responsabilità e le responsabilità che ho sono poi tutte racchiuse nel gesto che ho fatto».

Tra l’altro capita molto raramente nel mondo del calcio che un allenatore rinunci addirittura a due anni di contratto: perché si è sentito di fare questo gesto?
«Questo dipende un pochettino da quello che è il rapporto. Io sono convinto che se qualsiasi altro professionista o collega avesse vissuto la Roma in questo momento probabilmente avrebbe fatto come me, perché poi si sentirebbe avvolto da un qualcosa di particolare, che si vive solo in questa città e io ho ritenuto giusto fare così, per cui non mi importa nemmeno stare a sottolinearlo».

Quali immagini, quali ricordi si porta via comunque da questi 4 anni molto intensi a Roma?
«Me ne porto via molti. Mi ricordo notti bellissime allo stadio, vittorie bellissime sia in campionato che in Champions, probabilmente su tutte quelle con il Lione, con il Real Madrid, con il Chelsea in casa, serate illuminate dai riflettori dello stadio dove la squadra ha giocato un bellissimo calcio e dove poi tutti hanno dato un contributo fondamentale per i risultati di queste quattro stagioni.

Ci aggiungiamo magari uno scudetto sfumato a mezzora dalla fine?
«Sì, quello è il rammarico più grosso, perché siamo arrivati veramente vicini e ci sarebbero anche delle cose da andare ad analizzare bene in profondità, però il risultato del campo va sempre accettato ed è un risultato di tutto rispetto, perché siamo arrivati a contendere lo scudetto a una grandissima come l’Inter».

Che Roma lascia ora a Ranieri?
«Ranieri può stare tranquillo. A parte che sono convinto che dall’alto della sua professionalità lui avrà guardato quello che è successo in queste due partite e siccome io l’ho conosciuto bene già in precedenza, essendo di Roma, essendo anche romanista, gli stavano e gli stanno a cuore le sorti della squadra, si sarà informato e avrà visto che poi queste due partite la Roma non le ha giocate malissimo, anzi secondo me a Genova molto bene, con la Juventus c’è da riconoscere che loro durante la partita ci sono stati anche superiori, però poi l’episodio ha fatto la differenza, sia nella partita di Genova, in maniera un po’ più clamorosa, che nella partita di Roma contro la Juventus, perché ci sono capitati due-tre episodi che potevano addirittura mandare la Roma in vantaggio e allora poteva venir fuori un altro tipo di partita».

Quale sarà il futuro di Luciano Spalletti?
«Il futuro sarà quello che ho detto prima: avrò più tempo a disposizione per la mia famiglia, soprattutto per i miei figli, per portarli a scuola, questo già lo facevo, ora andrò anche a prenderli, poi andrò in giro per il mondo a documentarmi perché ci sono molti colleghi bravi, emergenti, di cui spesso parlate anche voi, per cui voglio andare a vedere come lavorano, andare ad apprendere quali sono le metodologie nuove. Su questo mi fa enormemente piacere aver ricevuto un messaggio di solidarietà da Alex Ferguson, e allo stesso tempo, avendogli chiesto se posso andare a vederlo lavorare, mi ha già dato disponibilità per la prossima settimana, per cui questo sarà una cosa che farò, come fanno regolarmente tutti quando sono venuti da me. Poi, seguirò le sorti della Roma perché rimane una grande Roma, che avrà il supporto professionale di un grande allenatore come Ranieri».

Qual è l’ultimo saluto per i tifosi che hanno vissuto insieme a Spalletti tante emozioni in questi 4 anni?
«Il messaggio è carico d’affetto perché mi porterò sempre quello che è l’inno cantato da tutto lo stadio, dai tifosi della Roma, che io penso che rimarrà il simbolo dell’amore del popolo romanista per la propria squadra e io sarò lì a cantarlo sempre».