SALUTE: SCOPERTO SALVA-DNA CHE RIPARA DANNI DEL SOLE

Pubblicato il 5 Agosto 2010 - 04:30 OLTRE 6 MESI FA

Ripara il Dna danneggiato dall’esposizione ai raggi ultravioletti del sole e lo fa in pochi miliardesimi di secondo. E’ un enzima, si chiama fotoliasi. Ce l’hanno i batteri, le piante e gli animali, tutti tranne i placentati, tra cui l’uomo che è disarmato di fronte alle alterazioni provocate da un’esposizione massiccia ai raggi UV, con esiti infausti come la comparsa di tumori della pelle. Finora era noto solo l’effetto della fotoliasi ma non il meccanismo di azione sulle singole molecole di Dna.

Un gruppo di ricercatori della Ohio University ha finalmente scoperto come fa la fotoliasi a riparare il Dna e l’intero processo è stato descritto in un articolo su Nature. L’enzima ‘inietta’ un singolo elettrone e un protone in corrispondenza del punto in cui il filamento di Dna è danneggiato per riportarlo all’integrità nell’arco di pochi miliardesimi di secondo. Il team di ricerca ha sintetizzato in laboratorio filamenti di Dna e li ha esposti a luce ultravioletta in modo da indurvi danni simili a quelli prodotti da un’ustione solare, quindi ha aggiunto l’enzima per verificare, con luce laser al picosecondo, che cosa accadesse a livello atomico. La fotoliasi rompe i legami ‘sbagliati’ creati dalla radiazione UV, in modo da consentire ai capi del Dna di tornare nella loro posizione originaria. I legami corretti vengono poi ricostituiti attraverso un processo in cui l’elettrone e il protone donati dall’enzima vengono ri-espulsi dal Dna per tornare all’enzima, che può ricominciare la sua opera in altri punti danneggiati.

“Ora che si sono identificati i meccanismi secondo cui opera la fotoliasi – ha proseguito Dongping Zhong – è possibile pensare alla progettazione di lozioni e farmaci che proteggano dalla radiazione solare meglio di quelli attuali” Il danneggiamento del Dna ad opera dei raggi ultravioletti era stato osservato per la prima volta nel 2007, proprio dai ricercatori della Ohio University, insieme a colleghi della Ludwig Maximilians University di Monaco, grazie ad una speciale strumentazione capace di riprendere fenomeni ultraveloci. Mentre, nel 2005, alla Erasmus University Medical Center di Rotterdam, in Olanda erano stati creati i primi topolini ‘da spiaggia’, cioé dotati di fotoliasi. Secondo l’Oms, ogni anno muoiono nel mondo circa 60 mila persone per la sovraesposizione a raggi UV, di cui 48 mila per melanoma e 12 mila per carcinomi della pelle.