SALUTE: SEMPRE PIU' ITALIANI SI SENTONO BENE

Pubblicato il 5 Agosto 2010 - 04:00 OLTRE 6 MESI FA

Se lo stato di salute di una popolazione si misurasse dalla sua percezione del benessere fisico, allora si potrebbe affermare che gli italiani stanno bene e che la crisi economica non ha scalfito il loro sentire, almeno per quanto riguarda lo stato fisico. Ben sette su dieci, secondo il Rapporto Nazionale Passi 2009 dell’Istituto Superiore di Sanità, sulla percezione dello stato di salute hanno dichiarato di stare bene, con alcuni ‘giorni no’, circa 5 in un mese.

Nel sistema di sorveglianza Passi la qualità della vita in relazione alla salute, viene valutata col metodo dei ‘giorni in salute’ che si basa su quattro domande: lo stato di salute autoriferito, il numero di giorni nell’ultimo mese in cui l’intervistato non si è sentito bene per motivi fisici, mentali o psicologici e il numero di giorni in cui ha avuto limitazioni nelle attività abituali. In base a questo metodo, il 67,5% degli intervistati ha dichiarato di star bene o addirittura molto bene. Un risultato positivo se si considera che tre anni fa, nel 2007, prima della crisi, questa percentuale si fermava al 64,7%. Secondo la ricerca, (frutto di oltre 30mila interviste realizzate nelle Asl aderenti al monitoraggio) sono più soddisfatti di sé gli uomini (72%) rispetto alle donne (63%) e, come si può facilmente intuire, i giovani (86%) rispetto agli over 50 (48%). Inoltre, a fare la differenza è anche il livello di istruzione, oltre alla presenza di malattie croniche e di difficoltà economiche.

“Il livello di istruzione – precisa Barbara De Mei, ricercatrice del Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Iss – influenza la condizione di salute, mentre la presenza di difficoltà economiche o malattie croniche identifica le categorie di popolazione più vulnerabili, cioé quelle che riferiscono una peggiore qualità della vita in relazione allo stato di salute, consumano più risorse sanitarie e dovrebbero ricevere un’attenzione dedicata nella sorveglianza e nell’offerta di servizi.

Per questo, al monitoraggio dovrebbero seguire azioni di miglioramento, soprattutto nella prevenzione primaria, fattore che può influenzare la percezione dello stato di salute”. Anche nel comune sentire l’Italia è spaccata in due, con il Nord dove la qualità della vita percepita è migliore, basti pensare che a Bolzano la percentuale di soddisfazione per la propria salute è del 79%, mentre in Calabria è del 56%. “Questo risultato è spiegabile con la diversa distribuzione della ricchezza – aggiunge De Mei – e le differenti condizioni dei servizi sanitari offerti”.