Schumacher: “E’ stato il destino (l’incidente in moto) a far cambiare le mie scelte. Non posso più correre in F1”

Pubblicato il 12 Agosto 2009 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA

Era stato chiamato per salvare la Ferrari e non solo, poi il ripensamento, Michael Schumacher prima dice di sì, poi il ritiro «mi fa male il collo» ha spiegato il pilota tedesco.

Per spiegare i motivi della sua decisione il sette volte campione del mondo ha convocato mercoledì una conferenza stampa a Ginevra.

«Il destino ha fatto quello che ha voluto – spiega Schumacher – Mi piaceva correre con la moto. Ma col senno del poi siamo tutti più intelligenti. È stato un brutto incidente, è vero, ma sono sopravvissuto, quindi la si può vedere anche dal punto di vista positivo. Guardo al bicchiere mezzo pieno».

«Sono molto rammaricato – continua il pilota – perché mi sono allenato con molto zelo e dal punto di vista fisico ero perfetto, ma purtroppo il collo non ha risposto e ho dovuto rinunciare. Quando ho fatto le prime prove al Mugello non avevo valori di riferimento, ma solo nel momento in cui mi sono messo alla guida mi sono accorto che mi veniva tutto abbastanza naturale, ma chiaramente il dolore persisteva».

Poi il tedesco parla del suo futuro: «Ho sentito del progetto delle tre vetture da parte di Montezemolo, ma certamente non è una cosa che mi passa per la mente. Ho dovuto prendere una decisione molto dolorosa per me, per cui adesso non sto ancora pensando al futuro».

Dopo il pilota tedesco, prende la parola il suo medico Johannes Peil, che spiega i problemi che hanno impedito il ritorno in pista di Schumi: «Quando Schumi ha preso la decisione di tornare alle gare era preparato, ma c’erano i postumi dell’incidente di febbraio. Ma sappiamo che già in aprile e maggio c’erano dei problemi a livello scheletrico e del collo e abbiamo perciò provato a migliorare la preparazione in questi settori e ci siamo chiesti se i postumi fossero tali da permettergli di tornare in Formula 1.

«Abbiamo visto che Schumi poteva guidare la moto e il kart anche in gara, ma non è la stessa cosa della Formula 1 – prosegue il medico – Abbiamo fatto le prove sotto sforzo. Ci sono stati grandi progressi, ma guidare una macchina da Formula 1 è un’altra situazione. Bisogna veramente provare. Non c’è un sistema di palestra e non c’è nemmeno un modo di tortura che possa riprodurre una gara di Formula 1 soprattutto per quanto riguarda il collo. I dolori non sono scomparsi nemmeno dopo parecchi giorni e perciò abbiamo dovuto rinunciare».

Poi Schumacher fa un sentito ringraziamento a tutti i suoi sostenitori: «Grazie a tutti coloro che si sono presentati oggi a questa conferenza stampa. Sono rammaricato di avere dovuto organizzare questa conferenza, ma prima di tutto voglio ringraziare tutti i ragazzi della Ferrari. Mi dispiace di averli delusi e di non avere potuto dare seguito all’entusiasmo iniziale. Grazie a tutti i tifosi che mi hanno dato un supporto eccezionale che non mi aspettavo».