Sicurezza/ Napolitano promulga la legge sull’immigrazione, ma esprime le sue perplessità in una lettera al Governo e ai presidenti delle due Camere

Pubblicato il 16 Luglio 2009 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA

Napolitano da l’ok al ddl sulla sicurezza approvato dal Parlamento il 2 luglio scorso, ma sottolinea di essere perplesso e preoccupato per l’insieme del provvedimento che ad un attento esame risulta «contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità».

Per il titolare del Quirinale nel testo ci sono «specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente», disposizioni che Napolitano elenca in una lettera di cinque pagine indirizzata al Governo e, a scopo informativo, ai presidenti delle Camere.

In quelle pagine il Presidente della Repubblica conferma di promulgare la legge sull’immigrazione, ma aggiunge anche di farlo al solo scopo di «non sospendere norme che rafforzano il contrasto alla criminalità organizzata».

Le perplessità di Napolitano riguardano il reato di clandestinità e il via libera alle ronde previsti dalla nuova legge. «Il presidente della Repubblica non può restare indifferente dinanzi a dubbi di irragionevolezza e di insostenibilità che un provvedimento di rilevante complessità e delicatezza solleva, per taluni aspetti, specie sul piano giuridico», si legge ancora nella lettera.

Le nuove norme sulle espulsione dei clandestini potranno avere effetti «contraddittori e paradossali» visto che «non renderanno più punibile, o al più punibile solo con un’ammenda, la condotta del cittadino extracomunitario che fa rientro in Italia pur dopo essere stato materialmente espulso». Casi del genere erano in precedenza puniti con la reclusione da uno a cinque anni.

Palazzo Chigi tuttavia si ritiene soddisfatto e dice di apprezzare la promulgazione di Napolitano della legge sulla sicurezza. Sottolinea tuttavia che le considerazioni del Capo dello Stato saranno valutate attentamente.