Silvio consiglia un libro, c’è scritto: “Risorgimento, cioè violenza e sciagura”

Pubblicato il 16 Settembre 2009 - 15:38 OLTRE 6 MESI FA

Cosa pensa Berlusconi del Risorgimento che fece l’unità d’Italia di cui tra un po’ il suo governo celebra i 150 anni? Domanda che nessuno avrebbe sentito il bisogno di rivolgergli, non solo Bruno Vespa. Ma domanda alla quale il premier ha fornito spontaneamente la sua risposta consigliando di leggere e di imparare da un libro: “Risorgimento da riscrivere”. Da riscrivere secondo l’autrice, Angela Pellicciari, in questo modo: il Risorgimento fu un atto di violenza anti cattolico, una guerra contro i cattolici voluta e portata avanti da massoni e liberali, qualcosa «di cui bisognerebbe chiedere scusa alla Chiesa».

Nel libro si legge: «Una vera e propria guerra di religione». L’autrice spiega: «Il Risorgimento ha fatto macerie della vera cultura italiana che è cattolica… ha abbattuto chiese, espropriato beni, con la tassazione sabauda, la leva obbligatoria e l’abolizione delle misericordie ha trasformato il nostro paese da paese di solidali in paese di migranti… i garibaldini non furono eroi ma soltanto guerriglieri fanatici… le finanze borboniche erano sane, Cavour avrebbe dovuto imparare da Ferdinando II».

Angela Pellicciari, oltre a scrivere libri di storia, anzi di neo storia, collabora con Libero, Il Foglio, Radio Maria, La Padania. È una studiosa che riporta d’attualità le tesi, i sentimenti e le convinzioni dei molti che dopo l’89, il 1789 non quello di due secoli dopo, giudicarono corrotta la storia a causa della Rivoluzione francese. È un’intellettuale convinta che l’alleanza tra trono e altare dell’ancien régime sia stata una sorta di età dell’oro perduta. Il premier Silvio Berlusconi ha consigliato la lettura del suo libro per capire il Risorgimento, lo ha fatto durante la festa dei giovani del Pdl, quelli che si chiamano Giovane Italia. Ma Mazzini, come Garibaldi, sta secondo la Pellicciari, dalla parte sbagliata della storia. Un’ultima domanda, se la storia è andata come narra la Pellicciari, il Risorgimento una violenza e una sciagura, perché celebrarlo?