Silvio & Veronica/ Il tarlo del Cavaliere tra tribolazioni familiari ed elezioni europee

Pubblicato il 9 Maggio 2009 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA

”Il consenso è sempre in prestito, e non c’è dubbio che gran parte del Paese continui a investire su Silvio Berlusconi. Ma da due settimane qualcosa è cambiato, e la ‘sindrome del tarlo’ si è insinuata nella mente del premier, intaccando l’immagine di chi si sentiva ormai ‘il presidente di tutti gli italiani’. Per certi versi Berlusconi l’aveva previsto, «con sondaggi così alti posso solo scendere», ma immaginava che le difficoltà sarebbero arrivate per questioni di governo o per iniziativa dell’opposizione. Invece, proprio in coincidenza con il primo compleanno del suo esecutivo, è co­stretto a fronteggiare una crisi familiare che è tracimata nell’ambito politico, incidendo sull’umore e interferendo con l’azione”.

Lo scrive il Corriere della Sera in un’analisi di Francesco Verderami sulle tribolazioni del premier, anche in prossimità delle elezioni europee dove Berlusconi è intenzionato a stravincere.

”C’è un tarlo che mina in queste ore il suo stato d’animo e che alla lunga rischia di eroderne l’immagine dinanzi all’opinione pubblica. Cosa già vista e vissuta, non è un caso se ha evocato la parabola del 2001 come a esorcizzarla. Francesco Cossiga, che giorni fa gli ha reso visita, conosce l’Italia delle piazze Venezia e dei piazzali Loreto, sa quali sono i sintomi della «sindrome del tarlo» e quali possano essere gli effetti: «Alle Europee, con una vittoria elettorale, è chiaro che Berlusconi potrà spazzare tutto via. Nella democrazia dei numeri chi prende i voti prende il banco. Ma il premier — ecco il punto — d’ora in avanti dovrà stare attento, perché al primo scivolone gli italiani gli faranno pagare anche questa vicenda, e con gli interessi”.

Fedele Confalonieri, l’amico di una vita, dopo l’apparizione a ‘Porta a Porta’ gli ha detto:  ”Silvio, ora concentrati sulle cose da fare. Tu sei il presidente del Consiglio, occupati del governo, dei problemi economici, dell’Abruzzo, e lascia perdere il resto”. Ma non è facile – scrive il Corriere – ”Ma non è semplice sdoppiarsi, infatti a ogni incontro, a qualsiasi interlocutore, il Cavaliere ripete che ‘quanto mi sta accadendo è incredibile. Mia moglie poi, mia moglie…”. Con la signora Lario i rapporti sono interrotti. Come sono interrotti i rapporti politici con Gianfranco Fini. Raccontano che il suo umore sia pessimo, spesso lo sorprendono con il pensiero altrove.

”Ancora ieri ha presentato il rendiconto del primo anno di governo, che nel Paese è valutato — a leggere i sondaggi — positivamente. Ma c’è un motivo se Gianni Letta, nei colloqui riservati, è parso agitato ai ministri, preoccupato com’è per la faccenda che coinvolge il premier: ”In questo momento — si è raccomandato — bisogna essere prudenti”. È vero, il governo sta andando avanti, ha ‘rafforzato la sua squadra’, come dice il Cavaliere, e sembra anche che si avvicini il tempo delle nomine. Ma tutto appare sospeso, in attesa che il capo muova il passo. La campagna elettorale del Pdl, per esempio, è ancora bloccata”.

L’opposizione nel frattempo alimenta «il tarlo» e inizia a lavorarlo ai fianchi proprio sull’Abruzzo, dove Berlusconi ha suscitato aspettative altissime. Da tre giorni Europa, quotidiano del Pd, batte sullo stesso tasto in prima pagina: ‘Basta con la tregua. È ora di alzare la voce’. Non a caso il governo ha modificato il decreto, affidando inoltre al sindaco dell’Aquila la responsabilità della ricostruzione. È un modo per coprirsi il fianco”.

”Ma è un altro oggi il vero fian­co scoperto del Cavaliere – conclude il Corriere – lui non ha bisogno degli amatissimi sondaggi per percepire l’umore del Paese. Veleggia oltre quota 40%, è vero. Ma deve snidare il tarlo, quel dubbio che alla lunga può far presa sugli italiani. E magari evidenziarsi in autunno, al primo incidente serio di percorso. Per riuscirci deve decidere come riproporsi dopo la crisi familiare, se tornare sulla scena o isolarsi per un po’. In entrambi i casi deve mettere in conto dei rischi. Esserci o non esserci (nelle piazze), questo è il suo dilemma”.