DAMASCO – Non sono passate nemmeno 24 ore dall’inizio della tregua in Siria, scattata alle 19 di lunedì 12 settembre, che già si parla di violazioni. L’accusa, smentita da Bashar al Assad che parla di “perfetto rispetto del cessate il fuoco”, arriva da Mosca, secondo cui nel corso della notte sei persone avrebbero perso la vita ad Aleppo a causa di attacchi da parte della “opposizione moderata”. “Mentre le truppe governative siriane hanno applicato il cessate il fuoco, lo stesso non si può dire purtroppo per le aree controllate dagli Stati Uniti”, ha tuonato il generale Viktor Poznikhir, che ha accusato i cosiddetti moderati di aver violato la tregua “23 volte colpendo postazioni militari e aree residenziali”.
Proprio sullo scontro tra Stati Uniti e Russia nella conduzione del conflitto in Siria si basano le accuse del Fronte per la conquista della Siria (Jabhat Fatah ash Sham, il vecchio fronte al Nusra, ex ala siriana di al Qaeda), che ha definito “un complotto” l’accordo russo-americano per la tregua raggiunto la settimana scorsa dopo giorni di dialoghi. Lo stesso Fronte islamico ha ringraziato le fazioni delle opposizioni armate che si sono rifiutate di aderire alla sospensione delle ostilità in solidarietà con il gruppo ex qaedista. “L’accordo russo-americano non è altro che un nuovo complotto contro la rivoluzione nel Levante”, si legge in un comunicato diffuso su internet dal Fronte per la conquista della Siria.
In precedenza, alcuni gruppi armati del cosiddetto Esercito siriano libero, definiti “moderati” dagli Stati Uniti e per questo coinvolti nella tregua, si erano dissociati dall’accordo internazionale e avevano espresso la loro contrarietà al fatto che Usa e Russia considerino legittimo colpire i miliziani e le postazioni qaediste.
Il cessate il fuoco è entrato in vigore alle 19 ora locale di lunedì 12 settembre (le 18 in Italia) e dovrebbe durare sette giorni. La tregua è stata accettata dalla Coalizione nazionale siriana, principale alleanza politica d’opposizione, e dall’Esercito libero siriano.