Stupri Roma/ Bianchini ha paura e dal carcere dice “Se potessi morirei”. Calderoli e Santanchè tornano a proporre la castrazione chimica
Luca Bianchini, il presunto stupratore seriale di Roma, vuole restare in cella. E’ spaventato e dal carcere fa sapere: «Non resisto al pensiero di dover uscire dal carcere. Voglio chiarire questa situazione, sono stato dipinto come un criminale, un mostro. Ma non c’entro niente e ho paura per me: se torno a casa, temo per la mia sicurezza».
Il dirigente della sezione del Pd, arrestato con l’accusa di stupro, si è sfogato ancora una volta con il suo amico e difensore Giorgio Olmi: «Se potessi morirei, eppure sopravvivo. Ti dico subito che voglio rimanere in carcere non perché mi sento colpevole, ma perché non ho più un posto dove andare».
«L’ho trovato piuttosto prostrato – ha detto Olmi – È battagliero, perché insiste sulla sua innocenza e vuole provarla. Ma è anche consapevole del fatto che esiste una situazione tale da rendere pericoloso il ritorno a casa». Oggi, intanto, il gip dovrà vagliare le accuse dei pm e decidere se convalidare l’arresto di Bianchini.
Continuano ad emergere altri particolari dell’inchiesta: Bianchini rubò alla giornalista stuprata alla Bufalotta il cellulare che poi fu ritrovato in mano a due operai romeni. Questi ultimi dissero di aver trovato il cellulare in un’area di servizio sul raccordo anulare noto come luogo d’incontro per gay e scambisti. Questi nuovi dettagli portano all’ipotesi che Bianchini frequentasse ville o case per scambisti.
Nel frattempo il ministro Roberto Calderoli è tornato sul tema della castrazione chimica, dopo le dichiarazioni del criminologo Francesco Bruno che ha parlato della necessità di questo intervento in casi come quello degli stupri di Roma.
A sostegno dell’idea del ministro leghista è Daniela Santanchè che ha lanciato una campagna di raccolta firme per una petizione popolare al sindaco di Roma, affinchè «si attivi presso il governo nazionale a favore dell’introduzione della castrazione chimica per stupratori e pedofili».