Torino/ Ore di paura per la contestazione al G8 dell’università. Migliaia di studenti e poliziotti allo scontro

Pubblicato il 19 Maggio 2009 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA

I siti internet di Repubblica e della Stampa seguono in diretta la manifestazione degli studenti di Torino. Si vivono ore di paura a Torino, dove si sono dati convegno i capi delle università di 19 paesi e giovani e meno giovani contestatori e arrabbiati dall’Italia e dall’estero.

Ancora una volta queste più o meno inutili parate di capi – di stato, di economie, di ambiente, ora anche di università – si rivelano sprechi di denaro pubblico per conclusioni che si potrebbero raggiungere via e-mail o conferenza su Skype. E ancora una volta accorrono migliaia di persone che non hanno meglio da fare nella vita che andare a sfasciare auto, negozi, cose degli altri per una protesta che di qui a qualche anno li porterà al servizio più acritico di quei potenti che ora contestano.

In mezzo quei poveri poliziotti che poi nessuno ringrazierà per le botte prese, ma solo processerà per le botte date.

Ieri, lunedì 18, è stata una giornata di caos, con pestaggi e feriti. Si teme sia una specie di prova generale di quel che potrà accadere stamattina, martedì 19.

I numeri in questi casi sono sempre un po’ a vanvera, ma le previsioni vanno da due, tremila a quattro, cinquemila dimostranti.

Intanto Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino, che aveva tenuto più di tutti al fatto che Torino ospitasse il G8, ora prende le distanze da se stesso. Ha dichiarato a Repubblica: “Vorrei che si usasse un’altra espressione. Questa è un freno e genera equivoci. Noi non vogliamo discutere di politica ma di economia, etica, ecologia”.

Per prudenza, il rettore dell’Università, Ezio Pelizzetti, ha deciso di chiudere per 4 giorni la storica sede delle facoltà umanistiche di Palazzo Nuovo, un po’  per paura, un po’ anche, come nota Paolo Griseri su Repubblica, “da un malcelato risentimento nei confronti dei dirimpettai del Politecnico”. E cita Pelizzetti: “Quando nella mia università entrano manifesti che inneggiano ai black bloc non posso fare finta di nulla. E poi il G8 dell’Università è stato organizzato dal Politecnico senza coinvolgerci. E allora sapete che cosa vi dico? Siccome nessuno si è fatto carico delle possibili conseguenze del contro-summit, non vedo perché dovrei preoccuparmene io. Chiudo e basta. E facciano quello che vogliono”.

Parla anche il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che invita tutti a “non gettare benzina sul fuoco” e  precisa che si tratta di  “un appello a tutti. Dai media, alla politica”.  Spiega: “Ho sentito paragoni con Genova che mi paiono, sinceramente, fuori luogo. Sono dichiarazioni che rischiano di spingere le cose esattamente nella direzione che si vorrebbe evitare”. Ma per il sindaco “ci sono comunque le condizioni perché si possano svolgere sia il summit dei rettori, sia la protesta civile di chi dissente. E penso che questo possa avvenire senza bloccare la vita della città”.