Trans romano di 18 anni: “Vi racconto cosa vuol dire essere come me…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Aprile 2017 - 06:07 OLTRE 6 MESI FA
Trans romano di 18 anni: "Vi racconto cosa vuol dire essere come me..."

Trans romano di 18 anni: “Vi racconto cosa vuol dire essere come me…”

ROMA – Alex, un diciottenne transessuale di un liceo romano, si è raccontato a Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori di ECG su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano. Sul momento in cui ha scoperto di sentirsi donna: “Avevo 12 anni, l’ho scoperto tramite il mondo del trucco. Ho iniziato a vedere le celebrità con trucchi eccentrici, da palcoscenico, cose che mi sono sempre piaciuti. Ho iniziato a truccarmi con gli ombretti di mia madre, ero euforico, avevo finalmente qualcosa con cui sentirmi me stesso. Truccandomi, già da ragazzino, mi sentito molto femminile. E’ grazie al make up che ho scoperto la mia femminilità”.

Sul primo coming out, interrogato anche da Giulia, Giorgia e Alessia del Liceo Anco Marzio, a Radio Cusano Campus nell’ambito del progetto alternanza scuola lavoro: “Mi sono sempre visto in panni femminili, già alle medie. Mi sono dichiarato molto presto, forse troppo presto. A 12 anni l’ho detto a mia madre. Le ho detto mamma, sono gay. Non mi piace la parola omosessuale, mi sembra una malattia venerea. Mia madre è stata molto comprensiva, mi disse di decidere bene, in effetti avevo 12 anni, uno può non avere le idee chiarissime a 12 anni. Ma avevo ragione, non ho più cambiato idea”.

Sull’omofobia e la transfobia: “Transfobia? Ne ho passate tante. Il primo che mi viene in mente riguarda un ragazzo che mi scrive e mi dice tutte cose carine su Facebook. Ci vediamo, ci baciamo, facciamo un’uscita nella norma. Due giorni dopo viene a casa mia e quella non è stata un’uscita nella norma, ci siamo divertiti insomma. Poi ho cercato di riscrivergli due giorni dopo solo che non riuscivo a inviare il messaggio perché mi aveva bloccato su Facebook.

E quindi niente, me lo sono preso nel culo, perché non ho più avuto modo di contattarlo. Ho scoperto poi che era un omofobo, molto represso, che in pubblico predicava sull’immoralità di gay e transessuali. Un’altra volta clamorosa accadde un pomeriggio. Passeggiavo a Ostia e un ragazzo iniziò a gridarmi frocio, travellone, tutte cose così. Il giorno dopo mi scrisse su Facebook chiedendomi di uscire. Non gli ho dato spago, non voglio avere niente a che fare con gente così. Sono tantissimi quelli che in pubblico criticano o prendono in giro e poi in privato vogliono divertirsi con me”.

Sul sesso: “Io vedo con ragazzi o eterosessuali o bisessuali. I ragazzi gay da me non vogliono nulla, i gay cercano un maschio, io sono più femminile. Gli etero invece cercano la femmina e con me, che sono molto femminile, ci vengono tranquillamente. Riesco spesso ad avere relazioni con ragazzi eterosessuali, però il sesso, quello vero, quello proprio sesso, se sto con un etero non è contraccambiato. Cioè un etero non è che me lo succhia, un ragazzo bisessuale invece sì. Io comunque sono passivissimo, ma se un ragazzo vuole da me qualcosa non è che mi tiro indietro. In generale però preferisco il lato passivo”.