Udito a rischio con l’uso smodato di cellulari e lettori Mp3

Pubblicato il 6 Agosto 2010 - 02:20 OLTRE 6 MESI FA

In estate aumenta l’uso di lettori Mp3 o cellulari per ascoltare la musica anche in spiaggia o mentre si corre, ma l’impiego smodato degli auricolari e il livello sonoro di fondo elevato mettono a rischio l’udito di 10 milioni di persone nell’Unione Europea, tanto che nel 5-10% dei casi si rischia addirittura la perdita dell’udito. A lanciare l’allarme è il presidente della Società italiana di endoscopia e radiofrequenze otorinolaringoiatrica, Lino Di Rienzo.

Il danno acustico da rumore, un tempo legato all’esposizione in età adulta a traumi da sparo o lavorativi, negli ultimi anni si sta diffondendo anche tra i bambini e gli adolescenti. E la musica ad alto volume sarebbe proprio il maggiore fattore di rischio, ascoltata con i riproduttori digitali musicali (Mp3) o con i cellulari. “L’impiego di auricolari endoaurali in cuffia o via bluetooth – spiega infatti Di Rienzo – è in grado di potenziare il danno acustico per la maggiore pressione sonora raggiungibile e portata direttamente vicino alla coclea”, componente dell’orecchio interno. “L’ipoacusia da rumore – aggiunge l’otorinolaringoiatra – dipende dal livello del rumore, dalla durata dell’esposizione e dalla suscettibilità individuale”. Gli effetti del rumore possono essere psicologici (stress, nervosismo, tensione, disturbi della comunicazione, abbattimento, insonnia) o fisiologici (ipoacusia, mal di testa, problemi cardiocircolatori), fino ad arrivare a lesioni dell’orecchio interno.

Questi, spiega Di Rienzo, si possono presentare “a seguito di prolungate esposizioni a stimoli sonori” ad alto volume e senza periodi di recupero, “dopo alcuni minuti od ore” dalla fine della stimolazione acustica. L’uso di tali riproduttori musicali o telefoni cellulari, inoltre, spesso si somma al livello sonoro elevato di alcuni ambienti. Per questo motivo, conclude Di Rienzo, “è facile aumentare il livello sonoro soprattutto se ci si trova su una strada trafficata o su un mezzo di trasporto pubblico”, abitudine diffusa soprattutto tra “i giovani” che “non si rendono conto che stanno mettendo a rischio il proprio udito e che possono passare anni prima che il danno uditivo si manifesti