CITTA’ DI CASTELLO (PERUGIA) – Avrebbe ucciso a coltellate i figli di 8 e 12 anni nella loro casa ad Umbertide, Perugia. Questa l’accusa con cui il padre, un marocchino di 44 anni, è stato arrestato dagli agenti. L’uomo, che avrebbe tentato il suicidio, è ricoverato all’ospedale di Città di Castello e non è in pericolo di vita. Il movente sarebbe legato alle liti con la moglie, che si rifiutava di indossare il velo e lo aveva lasciato.
L’omicidio è avvenuto la sera del 6 novembre nella casa della mamma dei bambini, che si stava separando dall’uomo. L’arresto è stato formalizzato durante la notte dai Carabinieri che hanno svolto a lungo accertamenti nell’abitazione della donna, 34 anni, a ridosso del centro di Umbertide.
Mustafà Hajjaji e i figli Ahmed, 8 anni, e Jiahane, una femminuccia di 12 anni, erano chiusi a chiave in bagno. Sui corpi dei due bambini gli investigatori hanno trovato un profondo taglio alla gola di entrambi. Una parola scritta in arabo con il sangue e una lettera nella stessa lingua, entrambe del marocchino accusato del duplice omicidio, sono state trovate dai carabinieri.
L’uomo si è invece procurato ferite all’addome e alle braccia. A trovare il padre e i due figli sono stati il personale del 118 e i carabinieri. L’uomo aveva chiamato la moglie che era al lavoro in un ristorante di Città di Castello dicendole di volersi suicidare.
La donna quindi ha avvertito i soccorritori e insieme si sono recati a casa del marocchino nel tifernate. Qui non hanno trovato nessuno. Nel frattempo i carabinieri esaminando i tracciati delle celle telefoniche hanno accertato che la chiamata era partita dalla casa della donna ad Umbertide sono rapidamente giunti sul posto, sfondando la porta dell’appartamento che non presentava segni di effrazione. Hanno quindi trovato padre e figli chiusi nel bagno. Nella stessa casa è stato individuato il coltello che i carabinieri ritengono sia stato usato per il duplice omicidio e per il tentativo di suicidio.
Moglie e marito si erano separati da poco. Lei si rifiutava di portare il velo, questo il particolare emerso dall’indagine dei carabinieri. L’ipotesi degli investigatori è che l’uomo avesse maturato un risentimento nei confronti della donna. L’omicidio dei due figli potrebbe avere rappresentato quindi una sorta di ritorsione.
Non è comunque escluso che il manovale, attualmente disoccupato, si sia recato nell’abitazione per cercare la moglie. Dagli accertamenti è anche emerso che una volta i carabinieri erano dovuti intervenire nella casa della coppia per una lite. L’uomo era stato quindi denunciato.
Il sindaco di Città di castello, Luciano Bacchetta, ha detto: “Quanto accaduto ad Umbertide non appartiene neppure alla ‘normalità’ di efferati fatti di cronaca nera. In questo caso non si può certo parlare di emarginazione sociale, siamo tutti addolorati e sconcertati per questo fatto inspiegabile maturato però in un contesto in cui taluni aspetti culturali sfuggono alla nostra comprensione, anche se non bisogna mai generalizzare”.
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