Università, ecco la “carica degli ignoranti”. Deprimenti i risultati dei test d’ingresso

Pubblicato il 20 Settembre 2009 - 14:43 OLTRE 6 MESI FA

Sono tanti, giovani, e soprattutto ignoranti. Il quadro che esce dalle prime selezioni delle università italiane, alle prese con i test d’ingresso delle matricole, non è dei più rosei.

Solo per fare qualche esempio, alla facoltà di economia di Genova, gran parte degli aspiranti studenti universitari è andata nel pallone davanti a domande come “che cos’è la Cgil”.

Peggio ancora, se possibile, alla facoltà di lettere di Firenze, dove gli studenti sono stati più che dimezzati dal non saper dare una definizione di termini come velleità o procrastinare.

Per dare qualche cifra: a Palermo, nel test di Giurisprudenza, il 26% delle matricole ha debiti formativi da colmare nei prossimi mesi. A Bari non arriva alla sufficienza poco meno del 40% dei candidati che si sono appena iscritti a Scienze agrarie, forestali e Tecniche alimentari, mentre nei corsi di laurea di Scienze matematiche, fisiche e naturali circa il 30% degli studenti non arriva neppure alla soglia minima della sufficienza.

Più che selezionare, insomma, i nostri atenei sembrano doversi accontentare del “meno peggio”.

Preoccupata ma non sorpresa Nicoletta Maraschio, presidente dell’Accademia della Crusca: «Da tempo diciamo che la formazione per l’italiano è carente. Oggi la lingua ha una sua complessità. La si usa per sms, chat, blog, ma anche per tesi, relazioni, saggi, oltre che per parlare. Bisogna attrezzare i ragazzi a una mobilità in spazi linguistici diversi senza demonizzarne nessuno».