Verona/ Aggredito il procuratore capo Mario Schinaia. La Digos indaga su gruppi di estrema destra

di Viola Contursi
Pubblicato il 3 Giugno 2009 - 16:41 OLTRE 6 MESI FA

Altro che il romanticismo di Romeo e Giulietta, Verona scopre e manifesta la sua anima nera. Sarebbero stati un gruppo di giovani di estrema destra, neo fascisti, ad aggredire, nella notte di ieri, con insulti e bottigliate il Procuratore capo della Repubblica, Mario Giulio Schinaia. Almeno questa è la pista più accreditata dagli uomini della Digos che indagano sull’accaduto.

Da tempo Schinaia indagava sugli episodi di violenza che da ormai troppi anni stanno sporcando le strade di Verona. E il magistrato, che per ora sostiene di non poter riconoscere il ragazzo che lo ha aggredito, si dice al contrario sicuro di sapere la causa dell’aggressione. Ovvero una sorta di vendetta per quelle inchieste con le quali ha già messo sotto accusa 30 giovani di estrema destra, 17 indagati per dieci pestaggi, 8 arrestati per l’aggressione ad una ragazza e 5 mandati al processo per l’uccisione del giovane di 29 anni, Nicola Tommasoli, che ha perso la vita il 5 maggio dello scorso anno, colpevole di essere «vestito come quelli di sinistra» e di non aver voluto offrire una sigaretta.

Ferma la condanna di tutto il mondo politico. Se il sindaco leghista, Flavio Tosi, definisce l’aggressione a Schinaia «un atto di violenza brutale, vile e inqualificabile», il Pd polemizza sullo stato della sicurezza a Verona, sostenendo che elementi di estrema destra che destabilizzano l’equilibrio della ricca città veneta, non sono controllati dall’amministrazione, anzi, vengono anche tollerati da istituzioni e popolazione.

E in effetti negli ultimi anni non sono stati pochi gli episodi di violenza nera. Gruppi razzisti, per lo più slegati da qualsiasi partito politico, che hanno il solo obiettivo di eliminare il diverso. Non solo immigrati e barboni, ma anche chiunque si comporti in modo diverso da loro. Il tutto sotto gli occhi di un’opinione pubblica immobile che ogni volta si limita a condannare gli episodi come esempio di follia di «elementi isolati».

Tanto isolati non sembrano essere se pensiamo ad esempio all’uccisione di Nicola Tommasoli nel gennaio 2008, al pestaggio fatto da otto ragazzi  ai danni di una ragazza “di sinistra” lo scorso gennaio, a cui è stato fracassato il naso con un portacenere. E poi tutta una seria di altri pestaggi dello stesso stampo contro ragazzi considerati “diversi”.

* Scuola di Giornalismo Luiss