Versilia: madre uccide il figlio e poi si togliela vita

Pubblicato il 21 Settembre 2009 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA

carabinieriHa ucciso il figlio sparandogli con una pistola, poi, con la stessa arma, si è tolta la vita. I cadaveri sono stati trovati da un passante, in una strada di campagna, a Pietrasanta (Lucca), in Versilia.

I carabinieri stano cercando di ricostruire cosa abbia spinto la madre, Albina Lombardi, 66 anni, a uccidere il figlio, Emanuele Cinacchi, 26, anche per appurare se quanto avvenuto sia legato alle condizioni di salute della donna, che soffriva di depressione, e del giovane, affetto da una forma di epilessia.

Una famiglia di ex impiegati ora in pensione, quella dei Cinacchi; il figlio era disoccupato. La salute di madre e figlio, si limitano a dire i carabinieri, potrebbe essere una “concausa” di quanto avvenuto. Il corpo del giovane è stato trovato nell’auto, una Fiat Panda, con cui i due avevano raggiunto la strada di campagna; il cadavere della madre si trovava fuori dalla vettura, a pochi metri di distanza.

In base alla prima ricostruzione dei carabinieri, che trova conferma dai primi rilievi del medico legale, la donna ha ucciso il figlio con due colpi di pistola, uno alla testa e l’altro al cuore, poi ha rivolto l’arma contro se stessa, sparandosi al petto. La loro scomparsa da casa era stata denunciata ai carabinieri dal marito della donna, Giovanni Cinacchi, 63 anni, poche ore prima del ritrovamento dei cadaveri.

La famiglia, originaria di Marina di Massa (Massa Carrara), da poco più di un anno viveva a Pietrasanta. Al loro arrivo, i carabinieri hanno subito intuito che poteva trattarsi di un omicidio-suicidio: la pistola era a pochi metri dai cadaveri. Per tutto il pomeriggio, i militari hanno ascoltato il marito della donna, per cercare di risalire ai motivi dell’omicidio-suicidio.

Da quanto emerso, la moglie da tempo aveva problemi legati alla depressione; già una volta avrebbe tentato il suicidio. Ancora da chiarire anche dove la donna abbia preso la pistola; i militari stanno cercando di appurare se l’arma fosse stata denunciata da qualche componente della famiglia.