“La gente ha capito il disagio, la mortificazione, la sofferenza che una tracotante messa in mora di uno stile sobrio ha causato alla Chiesa cattolica”. Lo sottolinea, nel suo terzo intervento in poche settimane, il direttore di Avvenire, Dino Boffo, rispondendo a una nuova
lettera di un sacerdote sul dubbio che i pronunciamenti ecclesiastici sulle “vicende morali” del presidente del Consiglio “non siano stati sufficientemente netti”.
Per don Matteo Panzeri, da parte dei vescovi ci sono state “mille prudenze” e i messaggi della Chiesa “appaiono segnali assai debolucci se raffrontati alla conclamata sfacciataggine con cui ciò che dovrebbe essere messo in discussione viene invece sbandierato”.
“Nessuno dei potenziali interlocutori dovrebbe trovarsi a pensare che parliamo o tacciamo per ‘interesse’ personale, per qualche esplicita o inconfessabile partigianeria”, ribatte Dino Boffo. Il direttore del quotidiano dei vescovi chiarisce quindi che “la domanda che conta in queste circostanze è se “la gente è riuscita a individuare le riserve della Chiesa. Ebbene, la risposta che a me sembra di poter dire è che la gente ha capito il disagio, la mortificazione, la sofferenza che una tracotante messa in mora di uno stile sobrio ci ha causato. I più attenti hanno compreso anche i messaggi specifici lanciati fino ad oggi a più riprese”.
Non è vero, dunque, che “quelli degli esponenti della Chiesa italiana siano stati interventi casuali o accenni fugaci impastati dentro a testi di tutt’altro indirizzo. Ciò che si è detto lo si voleva dire. Esattamente in quei termini”.
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