Vladimiro e Cirillo, la strana coppia di Mosca: tifano la guerra ma la negano, dicono che è tutta una fiction

Vladimiro e Cirillo, la strana coppia di Mosca: tifano la guerra ma negano che ci sia, dicono che è tutta una fiction, ma perché mai milioni di persone scappano?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 10 Aprile 2022 - 18:24 OLTRE 6 MESI FA
Vladimiro e Cirillo, la strana coppia di Mosca: tifano la guerra ma la negano, dicono che è tutta una fiction

Vladimiro e Cirillo, la strana coppia di Mosca: tifano la guerra ma la negano, dicono che è tutta una fiction

Poche storie: il popolo russo sa come stanno le cose in Ucraina. Il web parla con i giovani, le informazioni volano.

E i russi che vivono in Occidente tempestano di telefonate  i parenti e gli amici  rimasti in patria. Dunque tutti sanno tutto. Gli è che decenni di “stalinizzazione’ hanno creato l’abitudine a tacere. Certo, chi consulta solo i media ufficiali non sa nulla, pende dalle labbra dello zar e del patriarca di tutte le Russie.
La strana coppia del Potere: Vadimiro e Cirillo. Putin e Kiril. Il capo del Cremlino e il capo della Chiesa ortodossa russa. Entrambi originari di San Pietroburgo. Entrambi hanno carisma e seguito. Entrambi raccontano balle.

IL POPOLO RUSSO SOSTIENE I DUE CAPI

Putin vola nei sondaggi, è ai massimi livelli. Cioè è balzato all”83% . Lo certifica l’Istituto “Levada Center”, una organizzazione russa indipendente, non governativa (3.000 intervistatori formati, 80 supervisori sul campo nelle filiali regionali ). Oltretutto Levada è  invisa allo zar.

Di più:  Il 63% del popolo approva appieno l’operato di Mosca. Quanto a Kiril, sedicesimo Patriarca di Mosca,  basta ricordare che nel 2009 è stato eletto con 508 voti su 702. La sua nomina è stata salutata con favore sia da Costantinopoli che dalla Santa Sede.

Tra l’altro nel 2016 ha incontrato all’Avana (Cuba) Papa Francesco e i due hanno pure firmato una “dichiarazione comune”, preambolo per ricucire lo scisma del 1504. Campa cavallo. Cirillo ora si è allontanato da Roma.  Dice che Putin fa “una guerra giusta”. E poi: “Noi amiamo la pace ma dobbiamo pure difenderci “. 

Papa Francesco sappiamo come la pensa. Domenico Quirico su La Stampa chiede (quasi) provocatoriamente: “Kiril e Papa Francesco si sfidano. E Dio da che parte sta?”.

LA FABBRICA DELLE FAKE NEWS

Sembra che Putin e Kiril facciano a gara chi la spara più grossa. Lo zar  senza rossori ha ribaltato i fatti di Mariupol, Kharkiv, BUCHA con le tv e i troll social controllati dal Cremlino. Il Patriaca continua a sfornare sermoni-choc.

Nella cattedrale di Kubinka, vicino a Mosca, ha gelato l’uditorio dicendo: “Il nostro popolo deve svegliarsi, capire che è giunto un momento speciale da cui può dipendere il nostro destino storico”.

Non pago, e a scanso di equivoci, ha calcato i toni: “L’invasione dell’Ucraina va considerata come un baluardo contro una cultura liberale occidentale“. Una cultura, dice lui, decadente, in particolare per l’accettazione della omosessualità”. Non tutti hanno però gradito.

IL MOSTRO ANTICO DEL NEGAZIONISMO SULLA UCRAINA

Dai oggi, dai domani, alla fine spuntano  i bamba creduloni che abboccano alla propaganda di Vladimiro e Cirillo. Dubitano, eccepiscono, spaccano il capello in quattro. Fingono di essere minuziosi. Ce l’hanno nel sangue.

Danno la colpa alla “scia emotiva“, ad un “vetero-atlantismo di stampo fideistico fortemente unito all’oltranzismo bellico”. C’è chi ammette di dire cose forti ma si giustifica dicendo di essere cresciuto nelle scuola del sospetto.

Chi crede che questa guerra sia in realtà una fiction televisiva. Sono i negazionisti senza fine, quelli che si tormentano nei salotti domandandosi serafici “chissà chi è stato”.

Fanno i complottisti a gettoni. Si divertono a rompere gli zebedei per avere successo, notorietà. Scusate: ma perché mai milioni di persone scapano? Hanno eccepito sull’Olocausto e le camere a gas,hanno ricamato sull’11 settembre (“Nessun aereo è caduto sul Pentagono“).

Sono sempre quelli che temono che “ci hanno modificato il DNA con il vaccino anti-Covid”.  Nella compagnia dei “signor no“ è entrato Giuseppi Conte al grido un po’ vecchiotto “né con Putin né con la Nato”. Ma ci sta: è campagna elettorale.