Xinjang/ Ora la Cina teme le ritorsioni di al-Qaeda. Appello del ministro degli esteri al mondo musulmano

Pubblicato il 15 Luglio 2009 - 00:14 OLTRE 6 MESI FA

La Cina teme Al-Qaeda.  Una preoccupazione che si è fatta più forte da quando due siti vicini al terrorismo islamico internazionale hanno minacciato di vendicare le vittime degli scontri nello Xinjang.

Obiettivo dei terroristi sarebbero i cinesi che vivono e lavorano in aree come Algeria e Arabia Saudita. Sul web, i proclami sono agghiaccianti: «Tagliategli le teste a casa e sul posto di lavoro perchè capiscano che è ora di smetterla di ridurre in schiavitù i musulmani».

Si tratta della prima volta che al-Qaeda e Islamic Maghreb minacciano direttamente i cinesi e i loro interessi. Una minaccia presa molto sul serio dal governo di Pechino che, attraverso il ministro degli Esteri, manda un messaggio distensivo all’intero mondo musulmano: «Spero che i nostri fratelli musulmani comprendano la realtà degli incidenti del 5 luglio. Quando sapranno cosa è successo comprenderanno la bontà delle nostre politiche etniche».

Per il ministro, poi, non c’è stato nessun genocidio degli Uiguri. Al contrario, «dal 1949 a oggi la popolazione nell’area è aumentata da 3 milioni a oltre 10 milioni. Di che genocidio si sta parlando?».

Secondo l’analista londinese Justin Crump del gruppo Stirling Assynt, «fino ad ora la Cina è riuscita ad operare con impunità in Afghanistan e Pakistan».

Qualcosa, però, ora sembra sul punto di cambiare. «C’è una crescita di interesse da parte dei terroristi su quello che accade in Cina». I militanti di al-Qaeda e Aqim starebbero studiando da vicino gli interessi dei cinesi nel mondo musulmano.

Solo tre settimane fa, in Algeria, un attentato dell’Aqim ha causato 24 vittime tra le guardie che proteggevano una costruzione cinese. Attacchi che sembrano destinati ad aumentare nel prossimo futuro, soprattutto in aree calde come lo Yemen. A rischio, soprattutto i tecnici cinesi, come gli ingegneri.

Nello Xinjang, vitale per i cinesi a causa degli oleodotti che collegano il paese asiatico alla Russia, in ogni caso, la penetrazione di Al Qaeda, per ora, sembra piuttosto modesta.