Acqua, si va verso il razionamento in Sardegna, Sicilia, Friuli e Veneto

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Giugno 2017 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA
Acqua, si va verso il razionamento in Sardegna, Sicilia, Friuli e Veneto

Acqua, si va verso il razionamento in Sardegna, Sicilia, Friuli e Veneto (Foto Ansa)

ROMA – Oltre al caldo la siccità: dopo le scarse nevicate di quest’inverno adesso mancano le piogge. E si va verso il razionamento in Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Il Consiglio dei ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nelle province di Parma e Piacenza, dopo che negli scorsi giorni la stessa richiesta è arrivata da Sardegna, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Veneto.

A rischio non sono solo il bestiame e le coltivazioni, ma anche l’uso domestico dell’acqua, che potrebbe essere razionata. Proprio a Parma e Piacenza lo stato d’emergenza è stato dichiarato a causa della presenza di turisti, che ha determinato un considerevole aumento delle esigenze di acqua potabile.

All’appello manca un volume d’acqua pari all‘intero lago di Como, dopo che la primavera ha registrato un deficit di pioggia di 20 miliardi di metri cubi sull’intero territorio nazionale. Nonostante la parentesi dei primi due mesi del 2017, piuttosto piovosi, le temperature medie da inizio anno si consolidano a +0,9 gradi sopra la media, mentre le precipitazioni presentano un deficit di -21% a livello nazionale.

La Regione Sardegna ha consegnato al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale dovuto al perdurare della siccità in tutta l’Isola. Sulla scia dell’atto presentato dalla Sardegna si è posizionata la Regione Toscana, anch’essa duramente colpita dal fenomeno siccitoso, mentre l‘Emilia Romagna ha già deliberato sulla crisi idrica.

In Veneto il governatore, Luca Zaia, ha firmato una nuova ordinanza (dopo quella del 18 aprile e del 16 maggio) che conferma lo stato di crisi idrica, per attuare le misure necessarie a contrastarla. In particolare è la carenza d’acqua nell’Adige a preoccupare, con possibili conseguenze anche per gli acquedotti. La nuova ordinanza sarà valida fino al 15 luglio, con riserva di modifica in relazione all’andamento meteorologico.

In Friuli Venezia Giulia, la governatrice Debora Serracchiani ha emanato un decreto che sancisce lo stato di sofferenza idrica e autorizza alla riduzione del deflusso minimo vitale del fiume Tagliamento per quindici giorni, in base al Piano regionale di tutela delle acque. Scopo del provvedimento è l’approvvigionamento idrico necessario all’irrigazione delle coltivazioni.