Adidas Parley, scarpe da riciclo dei rifiuti degli oceani: 7mila in vendita

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2016 - 14:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un paio di scarpe realizzate con i rifiuti riciclati dai nostri oceani. Queste le Adidas Parley, le nuove scarpe da ginnastica realizzate dal colosso dell’abbigliamento sportivo. Al momento ci sono solo 7mila paia di scarpe in vendita, spiegano da Adidas, ma entro il 2017 ne saranno distribuite un milione. Il costo delle scarpe che aiutano l’ambiente è di 220 dollari e sono disponibili sia online che nei negozi. Solo un primo passo da parte dell’azienda nel campo della produzione sostenibile, che ora punta a realizzare scarpe e vestiti senza utilizzare plastica “vergine” ma solo riciclata.

Ilaria Betti sull’Huffington Post scrive che le scarpe hanno l’obiettivo di aiutare l’ambiente e anche di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di inquinamento in cui versano mari e oceani. Il progetto è decisamente ambizioso e prende il nome di Parley for the Oceans:

“un’associazione ambientalista nata con lo scopo di focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione dell’inquinamento degli oceani. Lo scopo è quello di “ripensare il design dei prodotti e aiutare a ridurre il problema della plastica nelle nostre acque”: già l’anno scorso l’azienda leader nell’abbigliamento sportivo aveva realizzato un prototipo in 3D, dimostrando che l’obiettivo non era poi tanto lontano dalla realtà. Ora, con la messa in vendita delle scarpe, la meta è stata raggiunta”

La Adidas ha studiato un apposito design che sarà riconoscibile per queste scarpe realizzate al 95% di plastica riciclata, raccolta soprattutto vicino alle Maldive, dove si formano vere e proprie isole di plastica con i detriti e i rifiuti trasportati dalla corrente oceanica. Cyrill Gutsch, fondatore di Parley for the Oceans, ha dichiarato:

“Nessuno salva gli oceani da solo. Ognuno di noi può avere un ruolo nella risoluzione del problema”. Stando a un recente studio, nel 2050 ci sarà più plastica negli oceani che pesci: dunque, non c’è tempo da perdere. “È compito delle industrie creative reinventare i materiali, i prodotti, i modelli di business – continua Gutsch -. Il consumatore può aumentare la domanda in linea con il cambiamento”.

(Foto da Twitter)