Allarme smog a Milano, rischio domeniche a piedi

Pubblicato il 21 Gennaio 2011 - 23:12 OLTRE 6 MESI FA

Dall’inizio del 2011 a Milano sono stati già 17 i giorni con le polveri sottili oltre le soglie di guardia e per far fronte all’ennesimo gennaio nero sul fronte dell’inquinamento il sindaco Letizia Moratti torna a giocare la carta delle domeniche a piedi.

I milanesi potrebbero ritrovarsi costretti a spegnere i motori già il 30 gennaio: se fino a lunedì la qualità dell’aria non migliorerà, da martedì scatterà infatti la prima fase del nuovo piano per l’emergenza smog che entra in vigore dopo 12 giorni consecutivi di inquinamento oltre le soglie. E oltre allo stop immediato per le auto e le motociclette più inquinanti come i benzina Euro 0 e diesel Euro 1 e 2, sarà decretata per la domenica successiva la prima giornata ecologica del 2011.

Anche l’anno scorso l’ultima domenica di gennaio fu off limits per gli automobilisti milanesi. Sull’onda dell’emergenza Letizia Moratti decretò una domenica a piedi, con una decisione presa in solitaria che suscitò le perplessità sia della Regione sia di comuni dell’hinterland. Memore di quegli attriti il sindaco ha tentato oggi una linea più collaborativa, incassando subito un tacito via libera dal presidente lombardo Roberto Formigoni.

”Il mio obiettivo – ha annunciato Letizia Moratti – è quello di parlare con il presidente Formigoni perché sarebbe positivo avere misure che vanno oltre la città di Milano con provvedimenti automatici per aree omogenee”.

”Nel corso di questi anni – gli ha replicato il presidente – Regione Lombardia ha preso con il consenso del tavolo diversi provvedimenti legislativi per diminuire l’impatto delle varie fonti inquinanti, comprese quelle industriali. Provvederemo con una nuova convocazione di questo Tavolo in tempi rapidi”. Il piano messo a punto dal Comune, che resta in vigore finché l’inquinamento non rientra nei livelli di allarme per 72 ore di fila, prevede poi un’ulteriore fase di emergenza allo scoccare dei 18 giorni consecutivi di Pm10 oltre i livelli di guardia.

In quel caso scatterà il divieto alla circolazione in centro per tutte i veicoli che pagano il ticket antismog e un giro di vite sui riscaldamenti con l’abbassamento a 19 gradi della temperatura negli edifici. ”Siamo consapevoli della necessità di agire e di agire con determinazione – ha affermato Letizia Moratti – Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. Ci spiace solo che spesso Milano sia indicata come la città più inquinata quando non è assolutamente così”. Nel 2006 – ricordano a Palazzo Marino – i giorni fuori legge erano stati 150, a fronte dei 35 consentiti dalla Unione Europea, mentre nel 2010 sono scesi a 87.

Eppure il nuovo piano per l’emergenza smog è stato bocciato dalla galassia ambientalista come ”timido, confuso e cattivo”. ”Servirebbero interventi immediati – ha attaccato il verde Enrico Fedrighini – perché i rischi per la salute umana, specie per bambini e anziani o malati, sono qui e ora, non fra 12 o 18 giorni”. E proprio contro il meccanismo un po’ complicato delle due successive fasi di allarme si è espresso anche il leghista Matteo Salvini. ”Se di emergenza si tratta – ha detto – meglio le targhe alterne per tutto il mese di febbraio”.