Balene, Giappone: “Stop alla caccia, vedremo il prossimo anno”

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 08:08 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO – Il Giappone ha deciso di chiudere in anticipo la stagione della caccia alle balene nell’Antartico a seguito dell’azione di disturbo degli ecopirati-ambientalisti di Sea Shepherd, mentre sul prossimo anno ”faremo un esame della situazione ed esprimeremo un giudizio in modo omnicomprensivo”. E’ quanto ha annunciato il ministro della Pesca, Michihiko Kano.

Confermando le indiscrezioni già circolate mercoledì, quando l’Agenzia della Pesca aveva reso noto il blocco provvisorio delle attività, Kano ha spiegato che è stato deciso di ”concludere le ricerche per garantire la sicurezza di equipaggi e imbarcazioni”, aggiungendo che la flotta baleniera sarebbe rientrata a breve in patria.

Kano, nel corso di una conferenza stampa ripresa dalle tv di Tokyo, ha evitato di dire che il Giappone avrebbe ripreso la caccia alle balene la prossima stagione: ”Faremo – ha osservato a riguardo – un esame della situazione ed esprimeremo un giudizio in modo omnicomprensivo”. Un passaggio che potrebbe anche far ipotizzare un altro passo in avanti per la tutela dei cetacei. E’ la prima volta che Tokyo chiude in anticipo la stagione della caccia, condotta annualmente dall’autunno alla primavera, a causa di pesanti interferenze da quando la Sea Shepherd, che si batte tra l’altro in difesa delle balene e per la protezione del ‘santuario’ dell’Antartico, ha cominciato nel 2005 a disturbare con progressiva insistenza le baleniere nipponiche.

La decisione del governo giapponese è maturata dopo che gli attivisti di Sea Shepherd avevano individuato la flotta baleniera, tallonando e isolando l’ammiraglia Nisshin Maru per dare il via a una battaglia nell’oceano tra getti d’acqua, funi in mare per imbrigliare le eliche e lancio di fumogeni. Il Sol Levante, che rivendica l’attività come ”ancestrale tradizione culturale”, ha introdotto il concetto di ”caccia a fini scientifici” per aggirare la moratoria internazionale del 1986, sostenendo di aver diritto a valutare l’impatto delle balene sull’industria della pesca.