Per il cargo incagliato in Australia, rischia multa da 680 mila euro il più grande armatore cinese

Pubblicato il 4 Aprile 2010 - 21:28 OLTRE 6 MESI FA
Cosco Group, il più grande armatore cinese, proprietario del cargo che si è incagliato nella Grande barriera corallina australiana, rischia una multa di oltre un milione di dollari australiani (circa 680 mila euro), mentre ilsuo comandante un’ammenda da 220 mila dollari australiani. Loriferisce il quotidiano The Australian nella sua versioneonline.
La nave Shen Neng I, che trasporta 65.000 tonnellate dicarbone ed ha 950 tonnellate di petrolio a bordo, si è incagliata a 70 chilometri a est della Great Keppel Island,paradiso ecologico sulla costa nord-orientale dello stato del Queensland al largo della città di Rockhampton. L’incidente potrebbe causare il più grave disastro ambientale mai avvenuto in Australia.
Secondo le autorità australiane la nave, ShengNeng I, lunga 230 metri, potrebbe spezzarsi in due.
Al momento, ha detto la premier del Queensland Anna Bligh,dal cargo, la perdita di petrolio è limitata ad una striscia di3 km. Bligh ha aggiunto che ci vorranno giorni prima che ulteriori perdite possano raggiungere la terra ferma e che, contutta probabilità, potrebbero toccare le spiagge delloShoalwater Bay National Park.   Alcuni velivoli sono giunti da Rockhampton e stannosorvolando la zona spargendo solventi chimici sulle macchie dipetrolio. Squadre di soccorso sono state allertate adintervenire nel caso fosse necessario far evacuare i 23 membridell’equipaggio.

Se la nave si spezzasse in due tronconi, il fragile ecosistema della zona rischierebbe la devastazione e si verificherebbe il più grave disastro ambientale mai avvenuto in Australia. “La situazione è seria perché c’é la concreta possibilità che la nave possa spezzarsi”, ha dichiarato la premier del Queensland, Anna Bligh, che ha annunciato l’apertura di un’indagine sul perché la nave si trovasse in una zona protetta e andasse a tutta velocità. Al momento, ha aggiunto, la perdita di petrolio è limitata ad una striscia di 3 km. Bligh ha spiegato inoltre che ci vorranno giorni prima che ulteriori perdite possano raggiungere la terra ferma e che, con tutta probabilità, potrebbero toccare le spiagge dello Shoalwater Bay National Park. “Stiamo facendo ogni sforzo possibile per limitare l’impatto di questo incidente sulla Grande barriera corallina”, ha detto ancora la premier.

Alcuni velivoli sono giunti da Rockhampton e stanno sorvolando la zona spargendo solventi chimici sulle macchie di petrolio. Squadre di soccorso sono state allertate ad intervenire nel caso fosse necessario far evacuare i 23 membri dell’equipaggio. Per l’incidente l’armatore cinese rischia una multa di oltre un milione di dollari australiani (circa 680 mila euro), mentre il suo comandante, che in un primo tempo aveva negato la perdita di petrolio, un’ammenda da 220 mila dollari australiani.

Una portavoce dell’Agenzia australiana per la sicurezza marittima ha affermato che una società specializzata per i recuperi in mare, la Svitzer, è già stata contattata dagli armatori cinesi della Sheng Nen I. La Grande barriera corallina australiana è uno degli ecosistemi a maggior rischio del pianeta. Da tempo i gruppi ambientalisti chiedono che per navigare nella zona sia obbligatorio l’uso di un pilota che conosca alla perfezione le secche affioranti, come quella in cui si è incagliato il cargo cinese. “Se il carico finisse in mare, l’ecosistema locale sarebbe devastato”, ha detto Ian Herbert, vice presidente del Consiglio per la conservazione della natura, specificando che “alcune specie coralline che circondano le isole di quell’area sono molto particolari”. Il leader dei Verdi Bob Brown ha definito “inaccettabile” il fatto che la Sheng Neng I non avesse a bordo un pilota locale che conoscesse bene la zona.