Calabria, a Galati una colata di cemento sulla nursery delle tartarughe

Pubblicato il 24 Luglio 2010 - 16:03 OLTRE 6 MESI FA

Una caretta caretta

È il paradiso della caretta caretta, che ha scelto Galati, in provincia di Reggio Calabria, come luogo per nidificare. Qui, dice Legambiente, avvengono il 70 per cento delle nidificazioni totali in Italia. Ma ora, scrive Repubblica, una colata di cemento rischia di cacciare le tartarughe marine.

A soli trenta metri dal mare, quando la legge italiana prescrive che non si possa costruire a meno di 300 metri dall’acqua, è previsto un super complesso di impianti sportivi, ville, campi da golf, un centro commerciale e un albergo. Una ventina di villette sono già in piedi, qui completate. Case “costruite sopra cinquemila metri quadrati di dune, e che danneggiano così il preziosissimo habitat”, denuncia al quotidiano di largo Fochetti il presidente di Legambiente Calabria, Antonio Morabito.

“E siamo solo all’inizio, avverte. Il progetto prevede anche un centro commerciale, un albergo club house, impianti sportivi, piscine, campi da golf a 18 buche nel territorio a maggior rischio desertificazione della provincia reggina. Il tutto per un’estensione di 11.42 ettari”.

Il tutto dove, nel 2006, con il progetto Tartanet 1 nacque il “Centro per il soccorso e il recupero delle tartarughe marine”, proprio per la notevole presenza di questi animali.

“Ci troviamo, denuncia dice Nunzio Cirino Groccia, della segreteria nazionale Legambiente, non solo all’interno del Parco regionale marino Costa dei Gelsomini, ma anche in un’area prossima al Sito di Interesse Comunitario Spiaggia di Brancaleone, istituito proprio allo scopo di tutelare la spiaggia e la duna dalle minacce costituite dell’urbanizzazione e degli insediamenti balneari”.

“Il via libera alla lottizzazione, spiega Groccia, è una variante urbanistica approvata in fretta nel 2006, per un’area già sottoposta a numerosi vincoli ambientali e paesaggistici, da parte di una giunta caduta tre anni fa sotto i colpi della Procura di Perugia. E proprio per una vicenda di autorizzazioni a costruire”.

Gli elementi che mettono a rischio la nidificazione delle caretta caretta sono tanti: tra questi anche l’illuminazione, i rumori, la pulizia della spiaggia con mezzi meccanici. “Più viene antropizzata più le Caretta Caretta rischiano di morire. Senza contare che per fare il campo da golf in quella zona praticamente desertica, occorrerà realizzare pozzi per l’emungimento e questo inciderà sull’ambiente”.

Nel sito della società costruttrice 2 – che si chiama Rdv, Rosa dei Venti – il complesso “Gioiello del Mare” viene definito “uno splendido Resort progettato nel rispetto dell’ambiente”. Morabito sottolinea l’assurdità di questa affermazione: “Basti pensare che la società costruttrice ha sede in una delle vecchie case costruite sulla spiaggia, recintata da un muro di cemento a forma di nave con gli oblò. E’ vero che sono case edificate prima della legge attuale, ma non mi sembra affatto una scelta che indica rispetto per l’ambiente. Molte non hanno neanche l’impianto fognante. Per non parlare degli inerti buttati sulla vegetazione. Io ho visto il documento di valutazione ambientale che hanno mandato alla Regione: dentro si parla dei complessi che sorgeranno al di là della ferrovia ma non si fa cenno al gruppo di villette già costruite a trenta metri dal mare, proprio sulla duna. Basta aprire la porta per trovarsi in spiaggia”.

Per questo motivo che Goletta Verde ha assegnato una Bandiera Nera, il riconoscimento destinato ai ‘nemici del mare’, “a chi ha la responsabilità di aver danneggiato diverse centinaia di metri quadrati di ecosistema dunale nella più importante area italiana di nidificazione per la tartaruga marina”: ovvero l’amministratore della RDV srl, l’amministrazione comunale di Brancaleone, il Dirigente del Settore Pianificazione Territoriale della Provincia di Reggio Calabria e il Dirigente della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio.