Cina/ Chiusa la fonderia che ha avvelenato 1.300 bambini con il piombo. E’ il secondo episodio di inquinamento in agosto

Pubblicato il 20 Agosto 2009 - 13:24| Aggiornato il 6 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Oltre mille i bambini che vivono in un villaggio cinese nei pressi di una fabbrica che lavora il manganese sono stati contaminati dal piombo.

Secondo quanto riferito dai media di stato, 1.354 bambini di Wugang, nella provincia centrale dello Hunan – dove è concentrata la produzione di metalli pesanti, ragione tra le più inquinate del Paese – sono risultati positivi alla presenza di piombo nel sangue. Dopo i primi test, le autorità locali hanno ordinato la chiusura della fabbrica e arrestato due dirigenti con l’accusa di aver «provocato un grave inquinamento ambientale».

Sin dall’inizio della sua attività, nel maggio del 2008, la fonderia non è mai stata sottoposta ad alcun test di salvaguardia ambientale. Nei pressi dell’impianto, a circa 500 metri, si trovano un asilo, una scuola elementare e una scuola media. Nei giorni scorsi, i genitori dei bambini, furiosi per le condizioni di salute dei figli, alcuni dei quali stavano incominciando a perdere capelli e presentavano disturbi della memoria, si erano scontrati con la polizia e avevano bloccato una strada per protestare contro la presenza della fabbrica.

Si tratta del secondo episodio di inquinamento, che vede sotto accusa le fonderie cinesi, ad essersi verificato in Cina in meno di una settimana. Lunedì scorso, 16 agosto, centinaia di persone avevano fatto irruzione in un’altra fonderia, nella provincia settentrionale dello Shanxi, ritenuta responsabile dell’inquinamento che ha fatto ammalare circa 600 bambini. Ci sono state proteste anche nella città di Wugang, nello Hunan, dove l’8 agosto scorso, secondo il quotidiano China Daily, circa mille persone hanno bloccato una strada nei pressi dell’impianto chiedendone la chiusura.