Clima, Greenpeace: dalle “statue parlanti” moniti ambientalisti a Berlusconi

Pubblicato il 28 Ottobre 2009 - 13:31 OLTRE 6 MESI FA

Manifesto di GreenPeace sulla statua del Cristo di Rio de Janeiro

I grandi del passato lanciano messaggi al premier italiano, grazie a un’idea di Greenpeace. Accanto alle statue appare un enorme fumetto. In mattinata, per esempio,  all’imperatore Cesare Augusto, che ha affermato «Berlusconi don’t be stupid, save the climate» (Berlusconi non fare lo stupido, salva il clima) ha fatto eco Giuseppe Garibaldi con «Berlusconi, qui si salva il clima o si muore».

Giordano Bruno si è detto invece preoccupato che il Premier possa negare l’evidenza scientifica sui cambiamenti climatici, mentre Giulio Cesare vorrebbe evitare il rischio di una pugnalata alle spalle.

In vista del Consiglio europeo che inizia domani a Bruxelles, dove i capi di Stato dovranno definire la posizione dell’Europa sul clima da portare a Copenhagen, Greenpeace chiede al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di impegnarsi per evitare un disastro climatico di scala mondiale.

«Alcuni tra i più grandi esponenti della scienza, della politica e della storia d’Italia, supportano le richieste di Greenpeace – si legge nella nota. – L’impegno europeo per ridurre le emissioni di gas serra del 20% al 2020 non è in linea con gli sforzi richiesti dalla comunità scientifica internazionale per mantenere sotto controllo l’aumento delle temperature del Pianeta ed evitare impatti climatici catastrofici».

«Se l’Europa intende non far naufragare i negoziati di Copenhagen deve aumentare l’ambizione dei propri impegni adesso – afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace – occorre ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 40% al 2020».

Greenpeace rende pubblica la lettera inviata a Berlusconi e agli altri leader europei, per esortarli ad agire. «Siamo alla vigilia di un vertice importantissimo che sarà seguito in tutto il mondo, l’Europa ha il compito e la forza di mandare un messaggio positivo e di speranza al resto del Pianeta», afferma Tedesco.

«Non possiamo permettercene un altro». Oltre ad adottare un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990, Greenpeace chiede ai leader europei riuniti a Bruxelles di impegnarsi a fornire risorse finanziarie ai Paesi in via di sviluppo pari a 35 miliardi di euro all’anno fino al 2020, per aiutarli a fronteggiare i cambiamenti climatici con misure di mitigazione e adattamento.