Clima. Sempre più giorni caldi, aumenteranno di 10 volte

Pubblicato il 18 Novembre 2011 - 18:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 18 NOV – Un futuro in cui la frequenza di giorni caldi sara' fino a 10 volte superiore nella maggior parte del Pianeta, con precipitazioni intense, e venti piu' veloci. Questi gli effetti dei cambiamenti climatici e soprattutto la conseguenza di un incremento delle emissioni di gas serra.

Lo scenario viene descritto nel rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) sulla gestione dei rischi derivanti dagli eventi estremi. Presentato a Kampala in Uganda alla 34/a sessione plenaria del panel di scienziati accreditati dall'Onu per studiare i cambiamenti climatici, il report (di cui l'ANSA ha dato un' anticipazione nei giorni scorsi) parla delle ''opzioni'' per ridurre i rischi degli eventi catastrofici. Vengono prese cosi' in considerazione le ''migliori soluzioni'' scientifiche nei principali campi d'intervento: le infrastrutture, lo sviluppo urbano (come, per esempio, la pianificazione), la salute pubblica e le assicurazioni.

Secondo l'Ipcc ''la frequenza dei giorni caldi potrebbe aumentare di 10 volte nella maggior parte delle aree del mondo''. In un quadro di incremento delle emissioni dei gas serra, potrebbero aumentare ''le temperature massime e minime nell'arco della giornata su scala globale''.

Senza contare che vengono ipotizzate ''piu' precipitazioni intense, ed una maggiore velocita' dei venti dei cicloni tropicali anche se il loro numero dovrebbe rimanere costante o, addirittura, diminuire''.

Una situazione che – spiega Vincenzo Ferrara, climatologo dell'Enea – e' dovuta ''all'energia presente nel sistema climatico''. In particolare l'aumento della velocita' dei venti, ''fenomeni termici di circolazione verticale'' come i monsoni e i cicloni, e' dovuto in parte anche ''allo spostamento della fascia intertropicale: il tropico del cancro e' andato piu' in su e quello del capricorno piu' in giu'''. Secondo Greenpeace international ''il cambiamento climatico impatta sia sugli uomini che sulle economie, soprattutto a carico del Terzo mondo''. Per il capo della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici (United natinos framework convention on climate change), Christiana Figueres diventare ''piu' resistenti ai cambiamenti climatici'' dipende ''in larga misura dalla velocita' di riduzione delle emissioni'' e dal modo in cui vengono messi ''a disposizione dei Paesi in Via di Sviluppo gli strumenti finanziari e le tecnologie per l'adattamento''.

Il segretario dell'Unfccc si augura, pertanto, che al prossimo vertice mondiale sui cambiamenti climatici a Durban, in Sudafrica, dal 29 novembre al 9 dicembre) oltre a pensare al futuro di Kyoto e a un accordo globale, si possa completare il quadro approvato lo scorso anno a Cancun in Messico ''per aiutare i Paesi in Via Sviluppo ad adattarsi agli effetti terribili del cambiamento climatico''. Infine, per il capo dell'Ipcc Rajendra Pachauri il rapporto – che nella versione completa entrera' a far parte del Quinto rapporto di valutazione pronto per il 2014 – serve soprattutto alle ''comunita' piu' vulnerabili per fronteggiare il cambiamento climatico''.