Altro flop di Alemanno: la differenziata. “Solo lo 0,5% in più dal 2008”

Pubblicato il 5 Aprile 2012 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Legambiente pubblica i risultati di un monitoraggio spot sulla raccolta differenziata a Roma. Secondo l’associazione ambientalista, l’Ama, l’azienda municipalizzata addetta alla raccolta, non permette  ai romani di farla.

In un comunicato Legambiente spiega: ” Al ‘porta a porta’ non si vuole passare e i cassonetti bianchi e blu sono sempre stracolmi ovunque….. La situazione è la stessa in diverse zone della città: a Via Marmorata, in pieno centro nel Municipio 1, a viale Regina Margherita e vie adiacenti oltre che a Via Montebuono lato piazza Vescovio, lungo Via Sebino e Via Nemorense nel Municipio 2, a Via Goito nel Municipio 3, a Via della Marranella sulla Casilina nel Municipio 6, oppure a Valle Fiorita oltre il GRA nel Municipio 8 e all’Infernetto nel Municipio 13″.

“‘Ora basta, da troppo tempo si parla della differenziata e troppo poco succede -a dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Per questo lanciamo una nuova vertenza sui rifiuti a Roma: la differenziata ce la facciamo da soli, visto che l’AMA non ce la fa fare. Una raccolta differenziata autogestita che vuole essere una provocazione e che ha bisogno della collaborazione dei cittadini. Raccoglieremo le adesioni dei romani, ma anche le loro segnalazioni, per andare a verificare le situazioni di disservizio” conclude Parlati.

Legambiente aggiunge: “I dati evidenziano come in questi anni, la raccolta differenziata ha avuto una crescita praticamente inesistente. Numeri alla mano, gli stessi forniti dall’Ama, nel nuovo dossier di Legambiente Lazio sui rifiuti, nell’epoca della giunta Alemanno la raccolta differenziata è rimasta quasi ferma: dal 2008 al 2010 la variazione è stata soltanto dello 0,52%. In termini assoluti, si è passati dalle 343.433 tonnellate del 2008 alle 367.374 del 2010. A trascinare nel baratro il bilancio della differenziata è stato il disastro della raccolta della carta e del cartone, che per la prima volta è precipitata tra le percentuali in negativo: -0,16% tra il 2008 e il 2010. In termini assoluti: 199.321 tonnellate nel 2008 e 199.001 nel 2010. La carta è il cuore della differenziata, ha fatto sempre da traino, rappresentando oltre il 50% del totale del materiale raccolto”.

“La spiegazione è una sola: l’introduzione del sistema duale di raccolta -riprende Lorenzo Parlati-. Nei quartieri dove funziona il duale, i cittadini, invece di conferire nel furgoncino, negli orari concordati, il sacco dell’indifferenziata e quello dell’organico, li gettano entrambi nei cassonetti della carta, che diventa così irrecuperabile. I romani vorrebbero davvero consegnare la differenziata separata in casa, tanto è che infilano carta e multimateriale oltre il ragionevole per non disperdere i preziosi materiali da riciclare. E se non riescono dentro, addirittura lasciano i materiali fuori o appendono le buste al cassonetto stesso, nella vana speranza che qualche operatore le raccolga e le mantenga separate.”

“Se la carta perde colpi, poco conta la crescita del multimateriale, plastica, vetro e alluminio, sempre comunque assai ridotta nell’era Alemanno. Nel 2004 il multimateriale ammontava a 31.351 tonnellate, nel 2006 a 42.010, nel 2008 a 60.478, nel 2010 a 70.631. Nel 2006 la percentuale di aumento è stata pari al 34%, nel 2008 al 43,96%, nel 2010 ad appena il 16,79%. Un vero e proprio boom hanno invece avuto gli scarti verdi dei giardini e l’organico grazie alle raccolte porta a porta avviate nei quartieri e nei mercati. Nel 2010 incremento del 45,72% per gli scarti verdi, del 97,17% per l’organico. Nel complesso, nei sei anni dal 2004 al 2010, la crescita è stata del 145% per gli scarti verdi e del 438% per l’organico”.

“Il problema è che, a fronte di una maggiore quantità di umido, rimane drammaticamente insufficiente l’impianto di compostaggio di Maccarese, l’unico di cui dispone la capitale, che riesce a lavorare appena il 35% del materiale raccolto. Il resto prende la via del nord, con notevole aggravio di spesa. Dati confermati dal monitoraggio effettuato dai volontari di Legambiente Lazio, che hanno trovato cassonetti bianchi e blu sempre pieni, un po’ ovunque. I più sfortunati sono ovviamente in periferia, a Valle Fiorita dove, a norma di contratto, il calendario di raccolta pubblicato sul sito dell’Ama dice chiaramente che i cassonetti bianchi e blu vengono svuotati solo una volta a settimana, anche se i cittadini testimoniano che per settimane non si vede nessuno a svuotare un bel nulla, tant’è che qualche pazzo ogni tanto da fuoco ai materiali che giacciono per lungo tempo abbandonati”.

All’Infernetto le frequenze di svuotamento dovrebbero essere di due volte alla settimana, eppure i cassonetti bianchi e blu sono indistintamente tutti pieni. Il nostro percorso tocca Via Tommaso Traetta, Via Antonio Scontrino e Via Antonio Lotti, dove ci sono buste abbandonate per terra per l’impossibilità di inserirle nel contenitore e cartoni che spuntano fuori. Anche a Via della Marranella, lungo la Casilina, i cassonetti sono pieni da giorni, eppure gli svuotamenti dovrebbero essere due volte alla settimana. Stessa storia a Viale Regina Margherita e nelle vie adiacenti come Via Alessandria, dove per giorni e giorni non si vede nessuno a svuotare i cassonetti della differenziata, eppure anche qui gli svuotamenti dovrebbero essere due a settimana”.

“Anche nelle zone ‘bene’ della città, lungo Via Sebino e Via Nemorense, la scena è sempre la stessa: cassonetti strapieni, cartono appoggiati per terra e addirittura sopra, ma dei due svuotamenti a settimana nemmeno l’ombra. Così come a Via Goito dove sono i cassonetti blu a traboccare di bottiglie. A Via Marmorata, poi, ci chiediamo come sia possibile trovare i cassonetti bianchi e blu, ben pieni di continuo. In quel quartiere, vige il folle sistema “duale”, con la raccolta effettuata con i camioncini da inseguire in giro per le strade, ma per carta e multimateriale sono rimasti i cassonetti e il calendario sul sito dell’AMA dice chiaramente che bianchi e blu verrebbero svuotati ben tre volta alla settimana” conclude il comunicato di Legambiente.