Falsi afrodisiaci. In tutta Europa ladri rubano i corni dei rinoceronti nei musei

di Licinio Germini
Pubblicato il 26 Agosto 2011 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA

La carcassa di un rinoceronte cui è stato asportato il corno

IPSWICH, GRAN BRETAGNA – Se non ci fossero due miliardi di cinesi il problema non esisterebbe. Ma i cinesi ci sono, tanti, e il problema non solo esiste ma sta diventando sempe più grave.

Gli abitanti del Celeste Impero sono fermamente convinti che il corno di rinoceronte polverizzato li rende a letto diavoli scatenati. Naturalmente non è vero, come hanno cercato di spiegare sessuologi e zoologi di tutto il mondo. Ma contro una tradizione millenaria non c’è stato nulla da fare.

Ora però accade un fenomeno senza precedenti. I cacciatori di frodo in Africa hanno grandemente ridotto la popolazione dei rinoceronti, sparandogli, strappandogli il corno e lasciandoli morire dissanguati. La sorveglianza nei parchi è stata finalmente rafforzata e per i ”poachers” tutto è diventato più difficile.

Ma spinti dall’nesauribile domanda proveniente dalla Cina hanno avuto un’idea: rubare i corni dei rinoceronti imbalsamati nei musei di tutta Europa.

Il museo di Ipswich in Gran Bretagna accoglie tesori di grande valore, inclusa una spettacolare maschera mortuaria d’oro egiziana risalente a 2.000 anni fa e una rara mantella hawaiiana fatta con penne dell’uccello estinto o’o. Ma quando i ladri sono entrati nel museo queste meraviglie non le hanno degnate neanche di uno sguardo. Cercavano ben altro e sapevano dove trovarlo. Il corno del rinoceronte imbalsamato che è stato ospite al piano terreno del museo dal 1907. Glielo hanno strappato, hanno preso un altro paio di corni custoditi in una teca, e sono spariti nel nulla.

Scorribande del genere stanno avvenenendo nei musei, nelle gallerie, nei negozi di antiquariato di tutta Europa, finora 30 solo quet’anno, per placare le perfettamente inutili aspirazioni sessuali dei cinesi e di altri Paesi asiatici, dove, in aggiunta, si crede che il corno di rinocerante sia un rimedio infallibile contro il cancro ed altre malattie.

Ian Lawson, un detective specializzato nel settore di arte e antichità, ha avvertio i musei di prendere precauzioni contro le ricognizioni dei potenziali ladri. I musei non se lo sono fatto dire due volte. Hanno tolto le immagini dei rinoceronti dai loro siti web, hanno rinchiuso i corni in cassaforti dopo l’ora di chiusura, o, come ha fatto il Museum of Natural History di Londra, ha sostitituto i corni veri con dei corni falsi.

Che i ladri si diano tanto daffare per rubarne i corni è, dal loro punto di vista, comprensibile. Un corno si vende a ricettatori cinesi per 200 mila dollari, ma questo è niente rispetto a quanto rende la polvere: 67 mila euro al chilo, ovvero più dell’oro, dell’eroina o della cocaina. E nonostante le restrizioni e l’aumento della sorveglianza, i cacciatori di frodo in Africa continuano a uccidere: finora quest’anno ne hanno ammazzati 260 rinoceronti di contro ad un totale di 333 l’anno scorso.

Ed è ormai palesemente inutile cercare di convincere i cinesi ed altri, come i thailandesi, che la polvere di corno di rinoceronte non possiede alcuna qualità terapeutica. Lo zoologo alla Zoological Society of London Raj Amin, tanto per essere chiari, ha dichiarato alla stazione televisiva pubblica americana PBS, che ingerire polvere di corno ”ha le stesse proprietà derivanti dal mangiarsi le unghie”.

Secondo i dati di Europol, dallo scorso gennaio i ladri di corni hanno colpito tra gli altri un castello ceco, musei di storia naturale in Belgio, Germania, Francia, Italia, Portogallo e Svezia. In Gran Bretagna i corni sono stati rubati dall’Haslemer Educational Museum, nel Surrey, e dal Sworders Fine Art Auctioneers, nell’Essex.

A Ipswich gli abitanti sono rimasti particolarmente sconfortati dal furto del corno del loro rinoceronte, una femmina chiamata Rosie. I dirigenti del museo volevano dapprima lasciare Rosie senza corno come ricordo dell’accaduto. Poi hanno deciso di dotarla di un corno falso con un cartello che dice: ”Questo corno è falso. Non rubatelo”.