Gabbiani contro passeri, falchi contro rondini: così passeriformi stanno morendo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Aprile 2015 - 13:54 OLTRE 6 MESI FA
Gabbiani contro passeri, falchi contro rondini: così passeriformi stanno morendo

(Foto LaPresse)

ROMA – I passerotti stanno sparendo dalle città italiane. Nella quotidiana lotta alla selezione naturale i gabbiani, rapaci venuti dal mare, invadono le città come Roma e hanno dato il via allo sterminio dei teneri passerotti. I falchi nelle campagne invece fanno razzia di rondini e allodole. Ma i rapaci non sono l’unica minaccia alla presenza dei passeri nelle città: anche le infezioni batteriche e l’assenza di cibo minano la loro sopravvivenza.

Uno dopo l’altro i passerotti hanno smesso di cinguettare e nessuno se n’è accorto. Forse troppo presi dai “cinguettii” digitali, nessuno ha notato l’assenza di questi simpatici uccelli nelle strade negli ultimi tre anni. Michele Zanetti, naturalista e divulgatore, spiega a Jenner Meletti di la scoperta di questa assenza:

“«Anche noi ce ne siamo accorti tre anni fa. Avevamo sotto osservazione una casa colonica dove ogni anno nidificavano 20 coppie di passeri. Dal 2012 c’è stato un forte calo, l’anno scorso non c’era nessun nido. Quest’anno c’è stata una ripresa, con una sola coppia. Il motivo della scomparsa? Abbiamo pensato a batteri diffusi dalle tortore, ma non abbiamo nessuna certezza. I passeri sono letteralmente scomparsi dai paesaggi urbani del Veneto Ovest, mentre ad esempio resistono a Venezia, forse perché è isolata, forse perché lì le tortore sono ancora poche»”.

Tre gli imputati di questo infausto genocidio: la fame, dovuta alla vertiginosa diminuzione del numero di insetti; l’avvelenamento, dovuto ai pesticidi contenuti negli insetti; i rapaci, che se ne cibano senza pietà.

A dire che gli insetti siano diminuiti è anche una ricerca pubblicata nel 2014 sulla rivista scientifica Science, scrive Meletti, che attesta come il numero mondiale di insetti si sia ridotto del 45% in appena 35 anni:

“«Il passero — spiega Lorenzo Serra, primo ricercatore area avifauna dell’Ispra di Ozzano (Istituto superiore per la ricerca e protezione ambientale) — ha bisogno di trovare insetti a meno di un chilometro dal nido. Altrimenti non riesce a nutrire i piccoli e si estingue. Il crollo degli insetti è evidente. Per il mio lavoro viaggio spesso di notte anche in aree protette. Fino a pochi anni fa il parabrezza dell’auto veniva coperto da insetti. Ora è pulito»”.

Poi ci sono corvi e falchi nelle campagne, mentra ad aspettare passeri e rondini nelle città sono i gabbiani, aggiunge Serra:

“«Corvidi e falchi uccidono passeri e devastano nidi, ma non creano problemi seri se la popolazione attaccata è sana e numerosa. Purtroppo in alcune zone i rapaci trovano i passeriformi già allo stremo e possono essere devastanti »”.

La terza piaga che gioca un ruolo chiave contro la sopravvivenza delle specie passeriformi colpisce soprattutto nelle campagne, conclde Serra:

“«Per i passeriformi la situazione più pesante è nelle campagne coltivate. Lì il declino è evidente, sull’orlo dell’abisso. Oltre al calo degli insetti, ci sono problemi con i nicotinoidi e con altre sostanze usate nei campi. Ma noi non riusciamo ad andare oltre il monitoraggio. Bisognerebbe studiare le cause vere della mortalità, esaminare le uova e gli uccelli morti, come si fa in altri Paesi. Sapremmo farle bene, queste ricerche, ma non ci sono finanziamenti. Sulla scomparsa dei nostri volatili, adesso almeno c’è più attenzione. Stiamo preparando l’Atlante italiano degli uccelli. Ogni cittadino può fare segnalazioni sul sito www.ornitho. it. Ne sono arrivate già sette milioni»”.