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Ghiacciaio Planpincieux scivola 35 centimetri al giorno: già crollati 2.500 metri cubi

di Redazione Blitz |26 Settembre 2019 16:55

Il ghiacciaio Planpincieux sul Monte Bianco (foto ANSA)

Il ghiacciaio Planpincieux sul Monte Bianco (foto ANSA)

ROMA – I primissimi dati forniti dal radar che monitora il ghiacciaio Planpincieux, sul versante italiano del Monte Bianco, confermano uno spostamento della massa di alcune decine di centimetri al giorno. Le rilevazioni sono compatibili con quelle del sistema di monitoraggio fotografico, operativo dal 2013, che ha indicato ieri uno spostamento giornaliero di 30 centimetri e oggi di 35 centimetri. L’antenna del radar è posizionata a una distanza in linea d’aria dal ghiacciaio di 2.000 metri e ne misura la posizione più volte ogni ora, con una precisione di alcuni millimetri. Da martedì 24 settembre ad oggi si sono inoltre registrati due piccoli crolli dal ghiacciaio, per un totale di 2.500 metri cubi di materiale, pari all’1% della massa complessiva. 

Il radar che sorveglierà in tempo reale, 24 ore su 24, il ghiacciaio, è stato fornito dal Dipartimento programmazione, risorse idriche e territorio della Regione Valle d’Aosta, che opera in collaborazione con la Fondazione Montagna sicura. Potrà funzionare anche in condizioni di scarsa visibilità e integrerà l’attuale monitoraggio fotografico, che non è stato progettato per essere un sistema di allerta. Al momento viene infatti scattata una fotografia al giorno che consente, attraverso il raffronto con le immagini precedenti, di stimare il movimento giornaliero della massa, la cui velocità è aumentata negli ultimi giorni superando il mezzo metro.

Fortunatamente in base alle previsioni dell’ufficio meteo della Valle d’Aosta, nella zona cadrà qualche centimetro di neve fino a quota 2.200-2.300 metri. Condizioni che potrebbero favorire il rallentamento della massa instabile.

Nel frattempo la Regione Valle d’Aosta e il Comune di Courmayeur hanno “scelto un atteggiamento precauzionale – spiega all’ANSA Raffaele Rocco, coordinatore regionale del Dipartimento programmazione, risorse idriche e territorio e esperto nel settore delle emergenze idrogeologiche – ma questo non significa che si prevedono scenari apocalittici”. “Nessun modello scientifico ci può dire oggi se e quando ci potrà essere questo distacco – aggiunge – possiamo solo prevedere quale sia l’area interessata nel caso in cui avvenga il crollo”. 

Fonte: ANSA

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