Il Giappone ha corrotto con escort e soldi alcuni funzionari per non far bandire la caccia alle balene

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA

Il Giappone ha corrotto con denaro e prostitute i rappresentanti di piccoli Paesi nella commissione baleniera internazionale in modo da guadagnarsi il loro appoggio. A rivelarlo è un’inchiesta del Sunday Times nell’ambito della quale alcuni funzionari di governi a favore della caccia alla balena sono stati filmati mentre ammettevano che il loro voto è stato determinato da aiuti finanziari da parte del Giappone, da grosse offerte in denaro durante gli incontri della commissione e, in uno dei casi, anche di escort nel corso di visite in Giappone.

In un incontro che si terrà in Marocco questo mese la commissione deciderà se sospendere la moratoria sulla pesca commerciale alle balene introdotta 24 anni fa. L’appoggio di queste piccole nazioni, che secondo l’inchiesta, includerebbero i governi della Costa d’Avorio, della repubblica di Guinea, di Grenada, Kiribati, Isole Marshall e St Kitts e Nevis, potrebbe quindi avere un ruolo cruciale per il Giappone.

Contattato dai giornalisti che fingevano di rappresentare un miliardario ambientalista che voleva far cambiare idea alle nazioni a favore della caccia alle balene, il più importante funzionario per la pesca della Guinea ha raccontato che il Giappone versa un “minimo” di 1.000 dollari al giorno in contanti rappresentante della Guinea quando questi partecipa agli incontri della commissione.

Un funzionario delle Isole Marshall ha detto “Appoggiamo il Giappone per quello che ci dà”. A rivelare l’offerta di prostitute è stato invece un membro della commissione proveniente dalla Tanzania, secondo il quale alcune ragazze sarebbero state messe a disposizione di funzionari e ministri durante una loro visita in Giappone interamente a spese del governo di Tokyo.