Giovanni Valentini su Repubblica: “Nucleare, il diritto al referendum”

Pubblicato il 20 Maggio 2011 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Valentini su Repubblica parla dei referendum del 12 e del 13 giugno. Una consultazione elettorale che secondo Valentini deve avvenire, in barba a quelli che il giornalista chiama “i trucchi” del governo Berlusconi e all’indifferenza di giornali e tv sul tema. Vi proponiamo il suo commento come articolo del giorno:

Mentre il cinismo congenito del sistema mediatico – a parte qualche rara e meritoria eccezione – spegne i riflettori sulla catastrofe di Fukushima, in un referendum consultivo ammesso dallo Statuto speciale della Regione Sardegna – governata oggi dal centrodestra – il popolo dell´isola vota al 97% contro l´installazione di centrali nucleari sul suo territorio. E lo stesso presidente Cappellacci si dichiara commosso e orgoglioso per questo responso. Ma nel frattempo, a Roma, il governo nazionale tenta un esproprio, un furto con destrezza, uno scippo collettivo ai danni di tutti i cittadini italiani, per privarli del diritto costituzionale di pronunciarsi nel referendum abrogativo già indetto per il 12 e 13 giugno.

Con un gioco di prestigio che nasconde ovviamente il trucco di prammatica, l’illusionismo berlusconiano cerca di cambiare in extremis le carte in tavola, per eludere una consultazione che – oltre al nucleare – riguarda anche la privatizzazione dell’acqua e soprattutto il legittimo impedimento che sta tanto a cuore al premier. Evitare il primo significa infatti boicottare anche gli altri due, e in particolare il terzo, sabotando il raggiungimento del quorum. Nel segno del più bieco centralismo, il centrodestra rinnega così in un colpo l´esercizio della volontà popolare e quella riforma federalista che la Lega di Umberto Bossi impugna come una bandiera.

Dove sta il trucco escogitato dal mago di Arcore e dai suoi solerti assistenti? Con la nuova norma già approvata dal Senato e ora all’esame della Camera, il governo prevede (dai commi 2 e 7) l´abrogazione di tutte le leggi che regolano l’insediamento delle centrali atomiche. E fin qui, la prestidigitazione può anche funzionare.

[…] Un un parere “pro-veritate” prodotto per il Movimento Difesa del Cittadino, associazione che fa parte del Comitato per il Sì al referendum abrogativo, l’avvocato Gianluigi Pellegrino sostiene perciò che in un’ipotesi del genere la stessa Cassazione sarebbe tenuta a “trasferire” automaticamente la consultazione sulle nuove norme sopravvenute. A suo giudizio, l’esame del testo dimostra che “le ragioni del referendum non solo non sono superate, ma sono confermate e se mai rafforzate”, perché in questo modo si agevola di fatto la realizzazione del piano nucleare. E a ulteriore conforto di questa tesi, l’amministrativista ricorda che “il medesimo presidente del Consiglio ha espressamente ribadito la volontà del governo di procedere in tal senso, pacificamente ritenendo quindi che la fonte normativa proposta dallo stesso governo non precluda tale esito”.