I nonni di Parana resistono: “Non ce ne andiamo”

Pubblicato il 6 Novembre 2011 - 19:51 OLTRE 6 MESI FA

MULAZZO (MASSA CARRARA) – Vista dall'alto, dall'elicottero della Marina militare che porta viveri, medicinali e passeggeri, Parana, frazione di Mulazzo, e' bellissima in mezzo alle ferite che l'acqua ha lasciato nella montagna e che l'hanno isolata tagliando strade e un ponte. Il borgo pero' e' intatto; le strade intorno sono state liberate dagli stessi abitanti, i piu' giovani, afferma Michele Moscatelli che e' stato uno dei piu' attivi, ''perche' molti qui sono anziani''.

I nonni di Parana resistono, si sostengono a vicenda e il morale resta alto. ''Non ci manca nulla – dice sorridendo Renato Galleri, ottantenne, mentre esce dal Circolo Arci Il Cavanon, cuore della piccola comunita' di circa cinquanta anime – siamo pieni di roba da mangiare e che a nessuno venga in mente di sfollarci. Noi di qui non ci muoviamo''. Guarda il cielo 'nonno Renato' e spera che il tempo sia clemente. Sposta gli occhi a terra, ripensa al 25 ottobre, il giorno dell'alluvione, e dice: ''Certo, tanta acqua tutta insieme non l'avevo mai vista''.

L'acqua si e' portata via tanto della montagna e qualcosa ha risparmiato miracolosamente. Vicino al ponte crollato sul torrente Mangiola, quello che da domani sara' sostituito da un ponte Baily, c'e' la casa di una famiglia inglese, che ha colto insieme ad altre tre della stessa nazionalita' la bellezza di questi posti: si e' salvata. L'argine e' sparito: una piccola voragine, in fondo alla quale scorre di nuovo l'acqua, rasenta l'ingresso.

Tra tante difficolta', la vita va avanti. Da ieri sera un piccola task force sanitaria, composta dal dottor Emanuele Deidda e dai volontari Maria Luisa Manciardi e Marco Moscatelli, presidia il paese isolato: ''Sono davvero brava gente, solo un po' diffidenti: ma certo che se sara' necessario sfollarli non sara' un'operazione facile. Sono molto attaccati alle loro case e alle loro abitudini''. E mentre ringraziano tutti per l'assistenza ricevuta, 'nonno Renato', come Michele e un'altra signora, sottolineano che non si vogliono spostare. Anche se Monica, che sta sul trattorino che ritira al campo sportivo i beni di prima necessita' portati dagli elicotteri, ammette che ''e' proprio duro stare cosi' isolati, comincia a pesare''. Ma Parana resiste.