Il ministero dice sì alle trivelle nel mare delle Tremiti. Scoppia la rivolta

Francesco Alfani*
Pubblicato il 21 Aprile 2010 - 12:58 OLTRE 6 MESI FA

Tante proteste, in molte sedi diverse e presentate da entrambi gli schieramenti politici. E’ questa la reazione alla decisione del Ministero dell’Ambiente di concedere ad una società irlandese il permesso di scavare sotto il mare pugliese per cercare nuovi giacimenti di petrolio.

Il parere positivo dell’ufficio di valutazione di impatto ambientale del ministero è giunto martedì. La concessionaria è la Petroceltic Elsa, azienda italiana controllata dalla Petroceltic International PLC, che ha sede a Dublino. Ora manca solo la firma di Stefania Prestigiacomo, e poi le squadre di ingegneri irlandesi potranno cominciare a sondare un tratto di mare di circa 528 chilometri quadrati. Acque bellissime, tra le più conosciute della costa pugliese, a soli 12 chilometri dalle isole Tremiti e a 11 dalla costa garganica. Facili da trivellare perché profonde al massimo 150 metri, ma destinate tradizionalmente ad accogliere grandi quantità di turisti, attirati proprio dalla natura incontaminata di Vieste o delle isole di San Domino e San Nicola.

L’impatto, anche visivo, di una piattaforma estrattiva installata al centro del parco nazionale del Gargano potrebbe compromettere gli equilibri della zona e ha infatti provocato moltissime proteste. Quella del ministro Prestigiacomo è una scelta fatta “contro il nostro parere”, ha detto esplicitamente l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Michele Losappio. Una “scelta che va in assoluta controtendenza rispetto al valore naturalistico e turistico di un territorio straordinario che le politiche regionali degli ultimi cinque anni hanno tutelato”, ha aggiunto l’assessore al turismo della Regione Magda Terrevoli.

Una scelta, ha ricordato ancora Losappio, in linea con decisioni simili prese a Roma in merito alle piatteforme di Monopoli e di Taranto; tutte scelte fatte contro il parere della giunta di Nicki Vendola, che si era espressa in maniera definitiva contro la proposta di trivellazione lo scorso 24 marzo. Ma l’opposizione democratica trova una sponda nella maggioranza: cinque europarlamentari del Pdl (Tatarella, Baldassarre, Matera, Patriciello e Silvestris) hanno presentato sul fatto un’interrogazione alla Commissione europea.

I senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante hanno denunciato “l’assalto delle trivelle al mare Adriatico” compiuto dai governi Berlusconi, mentre Legambiente promette battaglia e sottolinea che la Petroceltic è attirata non tanto dal petrolio, che è di scarsa qualità, ma dal fatto che in Italia le royalties per ricompensare i danni ambientali sono tra le più basse del mondo.

*Scuola di Giornalismo Luiss