Ilva, Clini presenta l’autorizzazione ambientale: “Produzione da 15 a 8 tonnellate”

Pubblicato il 12 Ottobre 2012 - 23:02 OLTRE 6 MESI FA
Corrado Clini

ROMA – Il ministro Corrado Clini ha snocciolato punto per punto le misure previste dalla nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) formalizzata dal gruppo Istruttore per permettere all’Ilva di Taranto di continuare a produrre alluminio. Ora – come precisa lo stesso ministro – la nuova Aia attende soltanto il passaggio finale in Conferenza dei servizi, prevista per il 18 ottobre.

Il nuovo provvedimento che secondo il ministro sarà “rivoluzionario” , impone i limiti entro cui gli impianti dello stabilimento siderurgico possono operare, parte dalla riduzione della produzione annuale a 8 milioni di tonnellate di acciaio, mentre la produzione attuale è di circa 11,3 milioni di tonnellate (anche se l’Aia precedente, quella datata 4 agosto 2011, come ha precisato il ministro ne consente fino a 15). Poi c’è lo spegnimento e il rifacimento dell’Altoforno Afo5, quello più importante per l’impianto tarantino, che da solo ‘divora’ oltre il 40% dell’intero ciclo. ”Quello che io auspico a fronte di questo documento – ha detto Clini -, è che l’azienda e la Procura e il Gip possano giungere a soluzioni non conflittuali; ci sono tutte le condizioni perché questo documento possa facilitare il percorso parallelo avviato dalla Procura di Taranto”.

Tra le altre misure contenute nell’Aia, la presentazione del progetto di copertura dei parchi entro due mesi e la copertura completa dei nastri trasportatori, il monitoraggio di tutti i punti di emissione, la valutazione delle emissioni diffuse, divieto all’uso di pet coke, riduzione della giacenza media del 30% e arretramento dei cumuli di circa 80 metri, e nei giorni ventosi abbassamento del 10% delle operazioni. Punto che sottende a tutto il provvedimento è, naturalmente, l’adeguamento tecnologico alle migliori tecnologie indicata dalla commissione Europea (anticipando i tempi rispetto al 2016), ”con obiettivi per ogni componente e per ogni impianto”.

Inoltre Clini fa presente che ”con l’Istituto superiore di sanità, l’Organizzazione Mondiale della Salute e il ministero della Salute” si sta mettendo ”a punto un Piano per la protezione della salute in collaborazione con la Regione” che ha già pensato a una struttura ad hoc. A Taranto, dice il ministro Clini, ”abbiamo da affrontare un problema che riguarda la storia di una popolazione esposta per decenni a condizioni che hanno provocato tumori e malattie, anche per le emissioni massicce”. Pensiamo pertanto a ”un osservatorio” e a uno centro che studi le ”connessioni tra inquinamento e stato della salute”.

A questo proposito – ha annunciato – ”l’Aia verrà rivista per quelle parti che richiedessero eventualmente una revisione non appena sarà definito il documento per la valutazione del danno sanitario previsto dalla legge della Regione Puglia”. Parole di apprezzamento, Clini – che ha ringraziato per ”la collaborazione anche Nichi Vendola, provincia, comune, Ispra (che avrà un nucleo di ‘ispettori’ a Taranto per accertare il rispetto delle prescrizioni) e Arpa regionale – le ha rivolte al presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante: ”Dopo l’incarico al prefetto il rapporto con l’azienda è totalmente cambiato. Ferrante ha consentito di riaprire un confronto sulla base di un modello europeo e ha garantito quel ruolo che l’Ilva prima non aveva saputo garantire”.

Sui costi degli interventi previsti dalle prescrizioni dell’Aia però non ci sono certezze. I numeri oscillano da stime che parlano di 3 miliardi fino a 10. Lo stesso ministro non si è sbilanciato: ”La fermata, il risanamento e il riavvio delle cokerie per esempio ha dei costi molto molto più importanti dei 400 milioni prospettati dall’Ilva”, che rientrano nell’ordine dei miliardi; ”potrebbe essere di più – ha aggiunto riferendosi a una cifra di 10 miliardi – se si calcolano soltanto i costi ma molto di meno se si considerano anche i vantaggi”.